Page 303 - La Fisica nella Storia
P. 303

la Teoria delle Stringhe e delle Superstringhe




       Il tentativo di unificazione tra la Fisica Quantistica rappresentata dal modello standard, che
       descrive  le  forze  come  interazioni  fra  bosoni  quantistici,  e  la  Teoria  della Relatività,  hanno
       portato alla formulazione di alcune innovative teorie, come quella della Teoria delle Stringhe,

       anche  se  in  realtà  non  è  nata  con  questo  proposito,  ma  bensì  per  formulare  una  teoria
       soddisfacente sull’interazione forte.

       Gabriele  Veneziano,  il  suo  creatore,  arrivò  prima  a  definire  il  cosiddetto  “Dual  Resonance

       Model”,  ovvero  il  Modello  a  Risonanze  Duali,  secondo  il  quale  le  collisioni  fra  due  adroni
       avvenivano  attraverso  lo  scambio  di  una  “torre”  infinita  di  altri  adroni,  ma  purtroppo  non
       convinse del tutto in quanto contemplava l’esistenza di adroni a massa nulla.

       Poi negli anni 70 si capì che la coerenza interna del modello era dovuta al fatto che quest’ultimo

       stesse descrivendo la collisione di “oggetti unidimensionali estesi”, le “corde”, che in seguito
       presero  il  nome  di  “stringhe”.  Contemporaneamente  fu  ideata  una  teoria  alternativa,

       denominata QCD  (Quantum Chromodynamics  o  Cromodinamica Quantistica),  che  riusciva a
       descrivere gli adroni come insiemi di quark e di gluoni. Questa teoria sembra essere la più
       accreditata e riesce anche a spiegare come si sia giunti a definire la “Teoria delle Stringhe”.

       Alla fine degli anni 70, però, queste due teorie furono abbandonate.


       La cosiddetta “teoria delle stringhe”  non è altro che una versione relativistica della “teoria
       musicale”, in grado di spiegare l’esistenza dei “quark” e di tutte le altre particelle fondamentali,
       come vibrazioni quantistiche di minuscole corde, le “stringhe” (meccanica ondulatoria).


       Nel 1984 furono nuovamente tirate in ballo, per spiegare la nuova teoria della l’Elettrodinamica
       Quantistica. Questa teoria è in grado di descrivere efficacemente gli urti degli elettroni e dei
       positroni.

       Sempre  Veneziano,  in  precedenza  si  era  accorto  dell’esistenza  una  funzione  matematica,

       inventata da Eulero, quasi duecento anni prima, nota come “funzione beta di Eulero”, in grado
       di descrivere gli spin e le masse delle infinite tipologie di particelle che vengono scambiate nei
       processi d’urto.


       In seguito, per tentare una definizione della matrice di diffusione relativa alle particelle soggette
       all’interazione  forte,  Veneziano  permise  di  arrivare  alla  determinazione  una  formula  per  la
                 158
       matrice S .

       Contemporaneamente ci si accorse che l’Elettrodinamica Quantistica produceva formule simili
       ma in forma più semplice, derivandole direttamente dalle equazioni di Maxwell e da quelle di



       158  L'insieme di tutte le ampiezze delle transizioni possibili fra stati iniziali e stati finali dei processi di scattering.
                                                           299
   298   299   300   301   302   303   304   305   306   307   308