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L’aggettivo ordinaria sta a ricordare che la funzione incognita y dipende dalla sola varia-
           bile x, mentre se la funzione incognita dipenda da due o più variabili, ovvero equazioni
           che stabiliscano un legame tra queste variabili, la funzione incognita e le sue derivate
           parziali, sono dette equazioni differenziali alle derivate parziali.


           Esempi: i) y’ = x + 1 è un’equazione differenziale del primo ordine (vi è solo la derivata
           prima della y, cioè y’ );


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           ii) yy ‘‘+  ′ = yy’ è un’equazione differenziale del secondo ordine (in quanto vi figura
           anche la derivata seconda di y, cioè y’’ );


           iii) y’’ = x + sin x è ancora un’equazione differenziale del secondo ordine;

                2 (5)
                                                                                      (5)
                         3
           iv) y y = 2x  è un’equazione differenziale di ordine 5 (in quanto y  è la derivata quinta
           di y).
           DEFINIZIONE: Un’equazione differenziale di ordine n si dice lineare se la funzione inco-
                                                    (4)
           gnita y e le sue derivate, y’, y’’, y’’’, y , …, y (n-1) , sono funzioni lineari, cioè se l’equazione
           differenziale è di primo grado nel complesso della y e delle sue derivate e si può scrivere
                (n)
           (2) y + a1(x)y (n-1)  + a2(x)y (n-2)  + … + an(x)y = f(x) con a1(x), a2(x), …, an(x), f(x) funzioni defi-
           nite e continue in un medesimo intervallo I.


                                                          2
           Esempi: i) L’equazione differenziale y’’+ x  y’+ 5y = sin x è del secondo ordine (in quanto
           vi è il termine y’’) lineare, essendo y, y’, y’’ funzioni lineari (di primo grado);


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           ii) L’equazione differenziale y’’+ xy’+ 3y  = cos x è ancora del secondo ordine ma non è
                                                       2
           lineare in quanto compare il termine y  (la y è di secondo grado);

           iii) L’equazione differenziale yy’- sin x = 0 è del primo ordine (in quanto vi è il termine y’)
           ma non è lineare in quanto contiene il termine yy’ che, nel complesso, risulta di secondo
           grado;


           iv) ) L’equazione differenziale yy’’’ = 2x è del terzo ordine (in quanto vi è il termine y’’’)
           ma non è lineare in quanto contiene il termine yy’’’ che, nel complesso, risulta essere di
           quarto grado.


           Definizione: Se nella (2) la funzione f(x), che rappresenta il termine noto, risulta identi-
           camente nulla in I, allora l’equazione differenziale si dirà omogenea, in caso contrario
                               (n)
           non omogenea: y + a1(x)y       (n-1)  + a2(x)y (n-2)  +… + an(x)y = 0.

           Risulta allora possibile suddividere le equazioni differenziali lineari in due categorie: 1)
           omogenee, ossia riducibili alla forma: (α) y’ + f(x)y = g(x) ≡ 0 essendo f (x) una funzione

           definita e continua in un intervallo I (limitato o illimitato).



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