Page 327 - La Fisica nella Storia
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ed energia), che riesce a raccoglierne solo fino ad una certa quantità, superato tale limite, oltre
a non raccoglierne più, la respinge. Così, analogamente, la singolarità del Big Bang, nonostante
avesse una densità elevatissima, tale da confinare nello spazio di un protone la massa di migliaia
di galassie, era pur sempre una densità finita, e una volta raggiunto il limite di porosità
energetica dello spazio, la gravità si trasformava in repulsiva, generando il Big Bang e
accelerando l’espansione dell’Universo.
Se tutto ciò fosse vero, ci sarebbero innumerevoli contrazioni e repulsioni, dovute all’alternanza
tra gravità attrattiva e repulsiva, che darebbero vita ad un susseguirsi di un cosmo che continua
a gonfiarsi, a ricontrarsi e a gonfiarsi di nuovo, ciclicamente.
Questa teoria ha portato a parlare di Big Bounce (grande rimbalzo) anziché di Big Bang.
La cosmologia basata sul concetto di Big Bounce è detta “Cosmologia ciclica conforme”.
Le sue teorie furono poi rielaborate nel 1990 dal fisico italiano Carlo Rovelli (1956, -) assieme al
fisico statunitense, Lee Smolin (1955, -).
Questi, per conciliare la Relatività Generale, ovvero la teoria che spiega la gravitazione su larga
scala, con la Meccanica Quantistica, che disciplina il comportamento delle particelle
subatomiche, pensarono che forse non ci fosse bisogno di quantizzare la gravità, ma che
bastasse quantizzare l’ambiente in cui questa opera, cioè lo spazio-tempo, che da continuo si
trasforma in una maglia reticolare di dimensioni infinitesimali, proprio come un muro fatto dai
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