Page 329 - La Fisica nella Storia
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CONCLUSIONI
Fino agli anni 20 la realtà poteva essere considerata del tutto “oggettiva” ed indipendente
dall’osservazione di eventuali esseri coscienti, ma dopo la formulazione della meccanica
quantistica, era “l’osservatore cosciente” a creare la realtà ogniqualvolta la osservava
(paradosso quantistico).
Per la meccanica quantistica, infatti, gli oggetti esisterebbero in uno stato “astratto e ideale”
che rimane teorico finché la percezione di un soggetto conoscente non lo rende reale.
Per uscire da questi paradossi furono fatte diverse ipotesi, come quella
del fisico Hugh Everett III (1930 – 1982) che propose l’esistenza di infiniti
universi.
Secondo Everett, ogni qual volta viene effettuata una “scelta”
quantistica, l’Universo si divide in due, uno che prosegue la sua storia con
una delle due scelte, e l’altro che prosegue con l’altra scelta.
Si potrebbe quindi dire che la realtà è in parte creata dall’osservatore e
che questa situazione si presenta paradossale al nostro intuito, perché
stiamo cercando di applicare al mondo reale un’idea dell’oggettività che sta solo nelle nostre
teste, insomma “il Mondo è una nostra fantasia”.
Nella scienza non esistono affermazioni che non possano essere messe in discussione e anche
le certezze scientifiche più radicate possono crollare davanti a nuove scoperte. Basti pensare,
ad esempio, che per millenni l’uomo ha pensato che fosse il Sole a girare intorno alla Terra.
Se la scienza consistesse solamente nei risultati delle osservazioni, una qualsiasi idea sarebbe
buona quanto un’altra, ma poiché la scienza deve far delle teorie dalle osservazioni e poi le deve
verificare, si incontrano dei problemi che man mano si devono risolvere fino ad arrivare ad una
certa verità, che sarà tale, fintanto che delle altre osservazioni non rigettino quelle precedenti,
fornendo un’altra teoria più ampia e precisa.
La fisica moderna riconosce quattro forze distinte in natura: la gravità, l’elettromagnetismo,
l’interazione nucleare forte e quella debole, tutte molto diverse tra loro che operano a scale
spaziali e temporali ben distinte.
Alcune sono sempre attrattive, altre sempre repulsive, altre ancora dipendono dalla natura
delle particelle sulle quali agiscono e a quale distanza.
La prima forza a essere descritta in modo scientifico fu la gravità, che è sempre attrattiva e si
esercita fra tutti i corpi dell’Universo dotati di massa, ed ha un raggio d’azione assai vasto, visto
che l’intensità decresce abbastanza lentamente all’aumentare della distanza.
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