Page 807 - Capire la Fisica
P. 807

Il Problema dei tre corpi



           Tra i 23 famosi problemi discussi da Hilbert al congresso di Parigi del 1900, c’era anche
           quello dei tre corpi, e siccome la soluzione generale del problema dei tre corpi tardava

           a venire, il re di Svezia, pare su suggerimento di Karl Weierstrass (1815 - 1897), mise in
           palio un ingente premio in denaro per chi vi si fosse applicato con successo. Il premio
           fu dato a Henri Poincaré (1854 - 1912), nel 1889, anche se dimostrò soltanto, la non

           esistenza di una soluzione generale semplice.

           Lo studio matematico del moto dei corpi fu reso possibile, da un punto di vista teorico
           dalla scoperta di Newton, del calcolo infinitesimale, in cui la nozione di intervalli infini-

           tesimi di tempo e di spazio si sostituisce ai movimenti descritti da una successione di-
                                                                                               285
           screta di differenze tra posizioni ad istanti diversi, e dalle tre leggi del moto  (principio
           di inerzia, relazione tra forza e accelerazione e principio di azione e reazione).

           Applicando i suoi risultati ai corpi celesti, Newton ritrovò le traiettorie ellittiche sco-

           perte da Keplero. Nel primo libro dei suoi “Principia”, Newton dimostrò come il moto
           dei pianeti intorno al Sole obbedisse alle tre leggi di Keplero.

           Newton ridusse lo schema, secondo il quale la Terra, o qualsiasi altro pianeta del si-

           stema solare, è attratta soltanto dal Sole, ad un semplice caso particolare, possibile
           solo quando la massa di uno dei due corpi è trascurabile, rispetto all’altra. Solo in que-
           sto caso le equazioni che risolvono il sistema sono abbastanza elementari. Non appena
           i corpi diventano tre, la soluzione delle rispettive equazioni si complica esponenzial-

           mente.

           Un tipo particolare di soluzione approssimata, al problema dei tre corpi, si ottiene
           quando si considerano, oltre ai due corpi del caso precedente, l’influenza di un terzo

           corpo, proprio come fecero, Newton nel 1687, per calcolare gli effetti del Sole sui moti
           della Luna intorno alla Terra, ed Eulero nel 1748, per calcolare la perturbazione causata
           da Giove e Saturno nei loro reciproci moti intorno al Sole.


           Attraverso la conoscenza delle soluzioni delle equazioni che regolano un sistema fisico,
           è  possibile  prevedere  in  anticipo  l’evoluzione  futura  del  sistema  per  tempi  lontani
           quanto si vuole e con un ottimo grado di precisione, proprio come avviene con le pre-

           visioni delle eclissi lunari e solari.

           Questo pensiero culminò più tardi, nel 1825, nella “Meccanica Celeste” di Pierre-Si-
           mone de Laplace, secondo il quale, l’evoluzione dell’Universo, passata e futura, potesse







           285  Rappresentano le tre leggi naturali fondamentali della meccanica classica, ovvero i “Principi della dinamica”.
                                                          807
   802   803   804   805   806   807   808   809   810   811   812