Page 312 - La Storia delle Scienze
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15. Il Decadimento di una Particella: Si dice che una particella decade quando, emettendone

           una nuova, si trasforma in un’altra.
           Entrambe queste nuove particelle figlie posseggono una massa tale che la loro somma sia

           inferiore alla genitrice.
           Anche la somma delle cariche prodotte deve coincidere con la carica della particella di
           partenza.
           Oltre all’energia si conservano anche carica e quantità di moto.

       16. Il berillio è il metallo più leggero che si possa lavorare meccanicamente.
           Esso è (un elemento) composto da soli quattro protoni e quattro neutroni, e per queste
           sue caratteristiche rappresenta uno dei materiali più usati al C.E.R.N. di Ginevra, infatti,

           grazie al suo ridotto numero di protoni e neutroni è un pessimo bersaglio per le particelle
           prodotte dalle collisioni che avvengono al suo interno.
           Questa  sua  qualità  permette  alle  particelle  di  poterlo  attraversare  molto  facilmente,
           senza essere eccessivamente disturbate durante il loro moto.

           È il tubo da altissimo vuoto più trasparente alle particelle che sia possibile costruire.
       17. La ionosfera: permette di effettuare trasmissioni radio fra due stazioni che non si vedono

           fra loro a causa della curvatura terrestre, anche se oggi l’utilizzo della ionosfera per le
           trasmissioni a lunga distanza è in gran parte sostituito dai satelliti artificiali.
       18. I Neutrini: Catturare i neutrini è un’impresa estremamente difficile. Il rivelatore di neutrini
           consiste in una vasca piena di un liquido particolare, come la “trielina”, formata da due

           atomi di carbonio e quattro di cloro, che colpita dai neutrini, si trasforma in elementi
           radioattivi facilmente rivelabili. Infatti, alcuni atomi di cloro sono composti dell’isotopo di
           peso atomico 37, costituito da un nucleo di 17 protoni e 20 neutroni, chiaramente circon-

           dato da 17 elettroni.
           Quando questo viene colpito dal neutrino, perde un elettrone, trasformandosi in un ele-
           mento dallo stesso peso atomico (protoni + neutroni) ma con nucleo di carica 18, che
           corrisponde all’isotopo instabile dell’argo.

           Tuttavia molte altre particelle dei raggi cosmici, possono provocare lo stesso effetto. Al-
           lora per isolare l’effetto dei neutrini da quello delle altre particelle, si posizionano le va-
           sche o in profonde miniere o all’interno delle montagne.

           Il rivelatore italiano attualmente in funzione si trova sotto il Monte Bianco, e un altro più
           potente lavora sotto il Gran Sasso.
           Anche il gallio, come avviene quando il cloro viene colpito dal neutrino, emette un elet-

           trone e si trasforma in un isotopo del germanio.
       19. Il tempo di Plank: L’epoca di Planck è durata un tempo detto tempo di Planck, pari a 5,4∙
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           10  secondi, dato da una formula che lega la costante di gravitazione G, la velocità della
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           luce c e la costante di Planck h, t = √        = 5,4 ∙ 10  sec.
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           Esso, come si vede, è del tutto indipendente rispetto ad unità di misura locali.


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