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Astronomia Egizia



              Per poter parlare di una vera e propria storia egiziana, bisogna partire dal 3.200 a.C.,
              quando Re Narmer o Menes, unì i due popoli abitanti sulle coste del Nilo, dando vita

              alla prima delle 31 dinastie che si avvicendarono sul trono fino al 332 a.C., quando
              l’Egitto cadde nelle mani di Alessandro Magno.

              Gli egizi, tra l’altro, sono stati i creatori del nostro calendario, che idearono all’incirca
              5.000 anni fa.


              Erano esperti astronomi, tanto da sapere che la prima apparizione della stella Sirio
              all’alba, annunciava l’inondazione del fiume Nilo, che veniva utilizzato per l’irroga-
              zione dei campi.


              Gli egizi erano convinti che gli astri fossero governati dagli dei, e il loro dio più im-
              portante era il dio sole, Rha.

              Menes fu dichiarato “figlio di Ra” e fondò una nuova città, Alessandria, che a giro di

              pochi anni divenne il centro culturale del mondo antico.

              Secondo gli Egizi, in principio esisteva solo il Caos (Nun), identificato con l’oceano
              primordiale  in  cui  viveva  Atum,  che  sorse  dall’acqua  ed  iniziò  a  splendere  sotto

              forma del Sole (Ra).

              Ra generò due figli: Shu, dio dell’aria, e Tefnet, dea dell’umidità; da cui nacquero
              Geb, dio della Terra e Nut, dea del cielo. I due nacquero uniti strettamente, ma il

              padre li separò sollevando in alto Nut, affinché formasse l’arco del firmamento, e
              lasciò Geb sdraiato sulla schiena così che diventasse la Terra; Shu rimase poi tra loro
              perché circolasse Aria tra Cielo e Terra.


              Da Tefnet e Shu nacquero Osiride e Seth, e dalla loro unione nacquero Iside, Neftis
              ed Horus.

              Quando Ra si stancò di regnare sulla Terra decidendo di salire in cielo, chiese aiuto
              a Nun, che a sua volta, chiamò Nut e la trasformò in una mucca.


              Fece salire Ra sulla sua groppa ma Nut, spaventata, si rizzò sulle sue zampe posteriori
              e Shu fu costretto a sostenerla.

              Da allora il cielo viene rappresentato come sostenuto dalla Vacca celeste sotto il cui

              ventre splendono le stelle e che viene attraversato dalla barca di Ra nel suo percorso
              da oriente ad occidente.

              Ogni volta che moriva qualcuno, il suo cuore veniva confrontato con il peso di una
              piuma di Ma’at, l’ordine cosmico, simbolo di verità e di giustizia.


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