Page 193 - La Storia delle Scienze
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Per prima cosa si deve formulare un’ipotesi interpretativa di ciò che si è osservato,
poi per sapere se questa ipotesi sia vera o mene, la si deve verificare, cioè metterla
alla prova in uno o più esperimenti.
Una volta eseguiti questi esperimenti se l’ipotesi è verificata potremo adottarla
come una spiegazione del fenomeno osservato, altrimenti dovremo scartarla, for-
mularne una nuova e ricominciare tutto da capo.
Si capì che per poter effettuare un esperimento, bisognava innanzitutto realizzare
una limitazione del campo di indagine, isolare gli indizi utili, scomponendo la do-
manda di partenza in quesiti più semplici.
Si devono poi prendere in considerazione tutte quelle variabili misurabili, le cosid-
dette “grandezze fisiche” ed analizzarle.
Possiamo racchiudere il metodo sperimentale in quattro i passi:
1. Osservare;
2. Formulare una ipotesi interpretativa;
3. Trovare le prove e sperimentare;
4. Elaborare la legge.
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Qualche anno dopo la morte di Galileo, nacque in Inghilterra Isaac Newton (1642-
1727), che diventerà uno dei più grandi scienziati mai esistiti.
Newton è passato alla storia per aver scritto il più grande capolavoro della fisica di
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tutti i tempi, “i Principia mathematica ”. Ha contribuito al progresso di tantissimi
campi, dalla matematica all’ottica.
Troviamo varie analogie con la vita di Galileo, che come Newton, anche se non fu lui
a scoprire il cannocchiale, fu comunque il primo a saperlo utilizzare per osservazioni
scientifiche, utilizzandolo in una maniera del tutto innovativa, ovvero puntandolo
verso il cielo e non sulla terra.
Newton fece esattamente la stessa cosa.
Fino ad allora, i prismi erano stati considerati solo dei giocattoli, e anche se altri
scienziati avevano notato che la luce quando passava attraverso un prisma diventava
colorata, nessuno prima di lui studiò il fenomeno.
116 Nel primo libero di questa monumentale opera, Newton descrive le leggi che regolano il moto dei corpi. Nel terzo
libro, invece, introdurrà il concetto di gravitazione.
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