Page 149 - La Storia delle Scienze
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Nel 1783 lo scienziato inglese John Michell (1724 - 1793) suppose
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              l’esistenza di stelle  così massicce, la cui velocità di fuga  sarebbe
              potuta essere addirittura superiore a quella della luce, generando

              di fatto una stella nera.

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              Qualche anno dopo, nel 1795 Laplace divulgò questa idea nel suo                  John Michell

              trattato di meccanica celeste.

                                       Solo nel XX secolo, dopo l’elaborazione di Einstein della sua
                                      “relatività generale”, grazie alla elaborazione fatta dal mate-

                                      matico,  astronomo  e  astrofisico  tedesco  Karl  Schwarzschild
                                      (1873 - 1916), si è riusciti a calcolare un confine intorno a que-
                                      ste stelle massicce collassate, entro il quale la luce non sarebbe
                                      potuta sfuggire.


              In seguito il fisico statunitense John Wheeler (1911 - 2008) li chiamò “Buchi neri”.
































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              Man mano che passavano gli anni, lo studio dell’Universo, basato sull’analisi spet-

              troscopica della luce visibile emessa dalle stelle, cominciò gradatamente a lasciare il
              posto alla radio astronomia e all’utilizzo di sonde e satelliti artificiali.




              82  La Terra, come ogni corpo dotato di massa, possiede un campo gravitazionale che esercita una forza di gravità su
              tutti gli oggetti posti nelle sue vicinanze. La sua intensità dipende dalla massa dell’oggetto considerato, da quella del
              pianeta (la Terra, la Luna, etc.) e dalla distanza tra il corpo e il centro del pianeta.
              La velocità di fuga rappresenta la velocità minima necessaria a un corpo per abbandonare il campo gravitazionale.
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