Page 302 - Storia del Pensiero Matematico e suoi Aneddoti
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• L’Orecchio di Dionisio: Re Dionigi (o Dionisio) era solito imprigionare i suoi oppositori in            290
         una  profonda  caverna,  fatta  appositamente  scavare  non  lontano  da  Siracusa,  per

         ascoltare da un particolare orifizio nella roccia, le voci e i
         discorsi dei prigionieri.

         Per questo motivo, il celebre pittore Caravaggio (1571 –

         1610), recatosi nella città aretusea nel 1608 gli affibbiò il
         nome di “Orecchio di Dionisio”.

         Questa grotta artificiale che si trova nell’antica cava di
         pietra detta “latomia del Paradiso”, sotto il Teatro Greco

         di Siracusa, fu scavata nel calcare, ed è alta circa 23 m e
         larga dai 5 agli 11 m.

         Si sviluppa in profondità per 65 m, con un andamento ad
         S che la rende anche un luogo di amplificazione acustica

         dei suoni.

         Grazie alla sua forma, l’Orecchio di Dionisio possiede caratteristiche acustiche tali da
         amplificare i suoni fino a 16 volte.

      • Il faro di Alessandria era la più alta costruzione dell’antichità.
      • Fu Omero nell’Odissea a menzionare Pharos come un’isola, e la situò a un giorno di vela

         dall’Egitto, concetto ribadito più tardi anche da Plinio.

         Fa parte delle sette meraviglie del mondo antico ed era alto
         come un palazzo di 40 piani.

         Fu  costruito  sull’isola  di  Pharos,  di  fronte  al  porto  di
         Alessandria  d’Egitto,  negli  anni  tra  il  300  e  il  280  a.C.  e

         rimase  funzionante  fino  al  XIV  secolo,  quando  venne
         distrutto da due terremoti.

         Fu fatto costruire da Sostrato di Cnido, un mercante greco;

         il  progetto  fu  iniziato  da  Tolomeo  I  Sotere,  all’inizio  del
         proprio  regno,  e  venne  completato  dal  figlio  Tolomeo  II

         Filadelfo.
         Lo  scopo  dell’imponente  opera  era  aumentare  la  sicurezza  del  traffico  marittimo  in

         entrata e in uscita, reso pericoloso dai numerosi banchi di sabbia nel tratto di mare
         prospiciente il porto di Alessandria.

         Esso consentiva di segnalare la posizione del porto alle navi, di giorno mediante degli

         speciali specchi di bronzo lucidato che riflettevano la luce del sole fino al largo, mentre
         di notte venivano accesi dei fuochi.

         Si stima che la torre fosse alta 134 metri, una delle più alte costruzioni esistenti per
         l’epoca, e il faro, secondo la testimonianza dello storico giudeo Flavio Giuseppe (37 –
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