Page 297 - Storia del Pensiero Matematico e suoi Aneddoti
P. 297

come dimostrato sia dall’analisi del contenuto, sia dal nome di Ctesibio presente nel
                                                                                                                 285
            titolo dell’opera accanto a quello di Erone.

            Ctesibio nei suoi scritti non si limitò a descrivere gli apparecchi, ma affrontò anche gli
            argomenti teorici connessi, come testimoniato anche da Vitruvio, quando afferma che

            le sue opere, come quelle di Archimede, erano comprensibili solo a coloro che avevano
            studiato la filosofia della natura (la fisica).

            Ctesibio fu anche grande maestro di Archimede in fatto di macchine e congegni.
            L’invenzione dell’organo e le testimonianze sugli effetti acustici da lui progettati lasciano

            intravedere anche un suo interesse per l’acustica.

            Una delle più importanti e durature invenzioni di Ctesibio è
            sicuramente la pompa per il sollevamento dell’acqua.

            Vitruvio gli attribuì sicuramente la paternità a lui e ad Erone.
            La  pompa  è  costituita  da  due  cilindri  di  bronzo  nei  quali,

            mediante un’asta girevole, vengono alternativamente alzati e
            abbassati due pistoni.

            Entrambi  i  cilindri  comunicano  con  un  tubo  verticale.

            Azionando la pompa nell’acqua, questa riempie i cilindri quando i pistoni corrispondenti
            si alzano, mentre quando si abbassano, grazie alla chiusura di opportune valvole, che le

            impediscono di rifluire nell’altro cilindro, viene costretta a salire nel tubo.
            La  coppia  “cilindro-pistone  e  la  valvola”  sono  degli  elementi  tecnologici  di  grande

            importanza, mai documentati prima ed usati ancora oggi.
            La realizzazione della pompa richiedeva un avanzato conoscimento delle tecniche di

            molatura,  necessarie  per  assicurare  la

            perfetta  aderenza  tra  pistoni  e  cilindri,
            assieme  all’utilizzo  di  un  olio  lubrificante,

            anche questo menzionato da Vitruvio.
            Un’altra  invenzione  degna  di  rilievo  fu  la

            creazione  dell’orologio  ad  acqua  (la
            clessidra),  usato  per  rendersi  conto  del

            trascorrere del tempo, che era costituito da

            un contenitore con un piccolo foro sul fondo
            che veniva riempito di acqua.

            Il livello dell’acqua contenuta dava un’idea del tempo trascorso, attraverso l’utilizzo di
            vari accorgimenti, anche questi descritti da Vitruvio.

            Questa tecnica sarà poi riprese da Archimede nel suo trattato “Sui galleggianti”.
            Per evitare che il calcare potesse ostruire il foro, Ctesibio lo realizzò in oro.
   292   293   294   295   296   297   298   299   300   301   302