Page 85 - La Fisica nella Storia
P. 85

La fisica da Newton in poi




                                            Isaac Newton (1642 - 1727), nato lo stesso anno della morte
                                            di Galileo, fu un filosofo della natura e nel contesto della sua
                                            “teoria  della  gravitazione  universale”,  ridusse  all’oblio  il
                                            cosmo  di  Cartesio,  basato  sulla  geometrizzazione  radicale

                                            dello spazio e sulla sua infinitizzazione, postulando uno spazio
                                            assoluto, in grado di inglobare non solo lo spazio fondale della
                                            matematica e lo spazio fisico dell’astronomia, ma anche quello

                                                              43
                                            della metafisica , poiché per Newton lo spazio non è altro che
                                            il “sensorium Dei”.

                                             Giunse  ad  identificare  relazioni  matematiche  semplici,

                                            sempre valide e capaci di spiegare simultaneamente fenomeni
       apparentemente non collegati tra loro.

       La sua esplosione creativa, che ha avuto pochi eguali nella storia del pensiero umano, lo portò
       in breve tempo a compiere grandi scoperte, e per attuarle utilizzò un particolare linguaggio

       matematico detto “calcolo infinitesimale”, che in gran parte dovette inventarsi di sana pianta.

       La fisica di Newton si impernia su un ripensamento radicale dei concetti di spazio e tempo, che
       ridefinì per poter descrivere con precisione grandezze fisiche come velocità e accelerazione, che

       associò al moto dei corpi. Newton mirava a sviluppare una “fisica delle cose”, ma per farlo
       doveva innanzitutto cominciare a descrivere la struttura geometrica dello spazio vuoto.


       Nota: Newton considerava i corpi come oggetti estesi e impenetrabili, formati da componenti
       elementari indivisibili, mentre lo spazio era semplicemente un contenitore infinito, altrimenti
       vuoto, in cui si possono trovare dei corpi. I corpi, quindi, sono separati tra loro dallo “spazio
       vuoto”.


       Dopo  circa vent’anni di studi pubblicò il  suo  capolavoro: “i Philosophiae Naturalis Principia
       Mathematica” più noto semplicemente come i “Principia”, che costituiscono la formulazione
       definitiva della “fisica newtoniana” e che spazzano via definitivamente la fisica di Aristotele che

       durava da quasi 2000 anni.






       43  Il termine “metafisica” nasce nel I secolo a.C., e rappresenta la branca della filosofia volta alla comprensione della natura ultima
       della realtà, e quindi della verità dell’essere in quanto tale. Essa risale nientemeno che ad Aristotele e Platone. Per Aristotele è la
       filosofia prima, la disciplina più elevata tra gli strumenti della conoscenza, mentre le altre scienze, come la fisica, chiamata con il nome
       di “filosofia seconda”, sono tutte subordinate alla metafisica.
       La metafisica sostiene di essere in grado di cogliere la realtà e quindi è in grado di poterla descrivere, ma naturalmente nessuno sa se
       è veramente in grado di farlo. La fisica, invece, descrive la realtà, ma noi non sappiamo cosa sia ‘la realtà’, se non attraverso la
       descrizione fisica.
                                                           81
   80   81   82   83   84   85   86   87   88   89   90