Page 273 - La Fisica nella Storia
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Il Principio di esclusione di Pauli
L’equazione di Schrödinger fornisce la più ampia
descrizione del comportamento di una particella
quantistica, e per l’atomo più semplice, quello di
idrogeno permette di determinare oltre alla
forma degli orbitali, anche i corrispondenti valori
dei livelli di energia.
Si può dire che l’equazione di Schrödinger svolga nella fisica quantistica la stessa funzione che
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la seconda legge di Newton svolge nella fisica classica.
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Essendo l’atomo di idrogeno un sistema tridimensionale, per descrivere gli stati stazionari del
suo elettrone, si pensò potessero bastare tre numeri quantici (n, l e ml), ciascuno associato a
una particolare grandezza fisica e con determinati valori.
Però, osservando le righe spettrali emesse dagli atomi con uno
spettroscopio ad alta risoluzione, si notò che esse si suddividevano in più
righe separate, e quindi per descrivere il fenomeno, nel 1925 Wolfgang Pauli
(1900 – 1958) ipotizzò che bisognava introdurre un quarto numero quantico,
il cosiddetto numero quantico di spin ms, avente come valori possibili
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solamente − .
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Nello stesso anno, altri e due fisici S. A. Goudsmit (1902 – 1978) e G. E.
Uhlenbeck (1900 – 1988) suggerirono l’idea che tutti gli elettroni, oltre al momento angolare
orbitale L, fossero dotati di un momento angolare intrinseco: lo spin S. Per l’elettrone lo spin è
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sempre uguale a .
2
Così si è potuto scoprire il perché il modello atomico di Bohr non fosse in grado di descrivere
atomi più complessi rispetto a quello dell’idrogeno, in quanto Bohr non considerò le reciproche
interazioni tra elettroni.
Pauli stabilì i numeri quantici che individuavano tutti i possibili stati elettronici, nonché la forma
delle corrispondenti funzioni d’onda e il valore dell’energia associata a ciascuno stato.
148 Il cambiamento di moto è proporzionale alla forza motrice risultante applicata, ed avviene lungo la linea retta secondo la quale la
forza stessa è stata esercitata.
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