Page 193 - La Fisica nella Storia
P. 193

La Relatività Generale




       Dalla relatività speciale, abbiamo appena visto, rimanevano fuori, sia i sistemi non inerziali, sia
       la gravitazione, e per ovviare a questo problema, sappiamo che ad Einstein occorsero più di 10
       anni, il tempo necessario ad ideare la sua relatività generale, presentata il 4 novembre 1916.


       La gravità,  così  come  l’aveva  spiegata  Newton,  violava  entrambi  i  postulati  del  principio  di
       relatività di Einstein, in quanto prevedeva un effetto istantaneo della gravita, contro il principio
       relativistico, secondo il quale nessun segnale, potrebbe essere in grado di viaggiare ad una

       velocità superiore a quella della luce.

       Il primo passo del suo lungo cammino, Einstein lo pose, quando rifletté sul fatto che una persona
       in caduta libera, non avverte il proprio peso e che la sua velocità aumenta in maniera costante.
       Ciò gli fece supporre che dovesse esistere una stretta relazione tra il moto accelerato e la forza

       di gravità e che questa si avverte solo nei momenti di accelerazione/decelerazione. Quel giorno
       del  1907  Einstein  si  rese  conto  dell’esistenza  di  una  profonda  correlazione  tra  gravità  e

       accelerazione, e che questa potesse essere la chiave giusta per introdurre la gravitazione nella
       sua teoria della relatività. Solo modificando il suo principio di relatività (ristretta o speciale) in
       modo  che  le  leggi  fisiche  rimanessero  uguali,  non  soltanto  in  sistemi  che  si  muovessero  a
       velocità  costante,  ma  anche  in  sistemi  che  accelerassero  o  rallentassero,  avrebbe  potuto

       incorporare la gravità alla combinazione di meccanica ed elettromagnetismo.

       Per farlo dovette abbandonare i concetti della geometria euclidea per passare ad una geometria
       più idonea. Per questo chiese l’aiuto di un suo grande amico, il matematico Marcel Grossmann,

       che gli consigliò di usare la geometria non euclidea o riemanniana, procurandogli un libro su cui
       studiarla. Si trovò così a studiare la geometria di Gauss, il primo a liberarsi dei vincoli della
       geometria euclidea, in cui due rette parallele non si incontrano mai, mentre 2 rette non parallele

       si incontrano solo una volta. In queste nuove geometrie, ogni tipo di superficie: sia essa una
       sfera, una ciambella, un foglio spiegazzato, possiede una sua geometria con regole proprie. La
       geometria  gaussiana  è  potente  e  complessa  e  fu  ulteriormente  sviluppata,  a  metà
       dell’Ottocento, da un altro matematico tedesco, Bernhard Riemann.


       Nota: Gauss si occupò delle regole geometriche per qualsiasi superficie vi possa venire in mente.

       Einstein impiegò circa 5 anni per padroneggiare questa nuova disciplina, ma alla fine ne venne

       a capo. Era riuscito finalmente a fare in modo che tutte le leggi della fisica apparissero identiche
       in ogni sistema di riferimento, ma nonostante la nuova “matematica” non era riuscito ancora
       ad includere la legge gravitazionale. Questa volta decise di rivolgersi a David Hilbert, un vero

       gigante della comunità dei matematici, ma anche questa volta, i risultati lacunavano.





                                                           189
   188   189   190   191   192   193   194   195   196   197   198