Page 192 - La Fisica nella Storia
P. 192
La seconda previsione, invece, prevedeva che la gravità dovesse “piegare” la luce, ovvero che
una stella come il Sole dovesse essere in grado di piegare ogni fascio luminoso che le passasse
accanto, e approfittando di un’eclissi, l’unico momento in cui sia possibile vedere le stelle vicino
al disco solare, si sarebbe dovuto notare un piccolo spostamento nella posizione apparente di
queste stelle, rispetto alla loro posizione normale.
Il 25 novembre 1914 finalmente queste equazioni di campo (oggi chiamate “equazioni di
Einstein”) erano pronte.
Esse rappresentano il fulcro della relatività generale: “la teoria relativistica della gravità”.
Sono scritte con un formalismo
matematico detto ‘tensore’
(una sorta di super matrice) che
ci mostra come uno di questi, il
“tensore di Einstein”, sia
proporzionale alla variazione di
un altro tensore, il tensore
energia-impulso.
In parole povere, ciò vuol dire che la curvatura dello spazio-tempo è proporzionale alla quantità
di materia presente.
Nota: Le equazioni di campo di Einstein indicano esattamente come si curveranno lo spazio e il
tempo per effetto della presenza di una data quantità di materia e di energia, e lo fanno
2
attraverso la relazione scoperta tra l’energia E e la massa m: E = mc .
La teoria mostra anche come la curvatura dello spazio-tempo influenzi il movimento di qualsiasi
cosa lo attraversi: stelle, pianeti, comete, etc., persino la luce stessa.
L’eclissi del 1919, dopo vari tentativi andati a vuoto, diede ragione alle teorie di Einstein, la
deviazione della luce era evidente ed era perfettamente coerente col suo modello relativistico.
Dal 1920 fino alla sua morte avvenuta nel 1955, diresse tutti i suoi sforzi, inutilmente, nel
tentativo vano di trovare una “teoria unificata di campo” che unisse la relatività con la
meccanica quantistica.
188