Page 177 - La Fisica nella Storia
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Secondo la Teoria della Relatività, quando un oggetto si muove a velocità prossime a quella della

       luce, il tempo rallenta (dilatazione temporale). Naturalmente il rallentamento del tempo è tanto
       maggiore quanto più la velocità v è prossima a c (velocità della luce).


       Nota: Un anno-luce è la distanza percorsa dalla luce nel tempo di un anno e corrisponde ad
       approssimativamente  9.460.800.000.000  km  (novemila  quattrocentosessanta  miliardi  e
       ottocento milioni di km.


       Nella  Relatività  Speciale,  per  un  corpo  in  movimento  il  tempo  rallenta,  le  lunghezze  si
       contraggono e la massa aumenta. Un oggetto che si muove a velocità prossima a quella della
       luce, lo vedremo contrarsi nella direzione del moto. È lo spazio tempo a contrarsi: la lunghezza

       è proporzionale alla velocità  L = v∙ t. Affinché la velocità rimanga la stessa occorre quindi che la
       lunghezza si contragga esattamente dello stesso fattore di cui si dilata il tempo. Inoltre più si va
       veloce,  più  si  diventa  pesanti.  Non  è  possibile  superare  la  velocità  della  luce,  in  quanto,
       avvicinandosi ad essa, la massa aumenta senza limiti, tende a diventare infinito.


       Questa equazione è l’analogo delle equazioni di Maxwell per l’elettricità.

       All’inizio nessuno credeva a queste ipotesi, ma poi, una dopo l’altra, sono state tutte verificate

       dall’esperienza.

       Ad esempio, studiò il movimento di Mercurio intorno al Sole e trovò delle discrepanze rispetto
       alla precedente teoria di Newton, una piccola differenza che spiega con certezza come Mercurio

       segua  la  traiettoria  predetta  dalla  relatività  generale  e  non  quella  predetta  dalla  forza  di
       Newton.

       L’equazione di Einstein, poi, descrive come si curva lo spazio molto vicino a una stella, che devia
       anche la luce.


       Nel 1919 venne misurata una deviazione della luce esattamente della quantità predetta da
       Einstein.

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       Nota: Verso la fine del diciassettesimo secolo le persone scoprirono che la luce ha una velocità
       finita. Mentre un’entità che si muove con velocità infinita non può essere influenzata dalla
       gravità, questo non accade per le entità che viaggiano a velocità finite, anche se molto grandi,

       come accade per la luce. Nel 1801, l’astronomo prussiano Johann Soldner (1776 - 1833), durante
       la sua attività di misurazione delle stelle e dei loro angoli di osservazione, si accorse che anche
       la luce, quando passa vicino ad un corpo massiccio, come una stella, verrebbe deviata dalla

       gravità. L’angolo di deviazione calcolato, però era troppo piccolo per essere osservato dagli
       strumenti dell’epoca, e quindi la cosa andò nel dimenticatoio.


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