Page 789 - Capire la Fisica
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Buchi Neri, Teoria delle Stringhe, Teoria M e Ologrammi
Le prime intuizioni sull’esistenza di particolari corpi oscuri, invisibili, le ebbe nel 1783,
il Pastore John Michell (1724 - 1793), come riporta il contenuto di una sua lettera in-
viata alla Royal Society di Londra: “se dovessero e effettivamente esistere in natura
corpi di densità non inferiore a quella del sole e i cui diametri fossero più di cinquecento
volte quelle del sole, la loro luce non arriverebbe sino a noi."
John Michell giunse alla conclusione che se la massa di un corpo di dato raggio fosse
stata abbastanza grande allora i raggi luminosi avrebbero dovuto avere velocità nulla
e quindi gli oggetti corrispondenti sarebbero invisibili, arrivando così ad un concetto
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molto simile a quello del “raggio di Schwarzschild ”.
Qualche anno dopo, nel 1796, il grande matematico francese Pierre Simon de Laplace
(1749 -1827) espose nel trattato “Exposition du Systeme du monde” idee assai vicine a
quelle di Michell, solo che le ritrattò subito dopo, forse per essersi reso conto dell’as-
surdità di certi ragionamenti.
Nel 1801, il fisico Thomas Young (1773 - 1829), scoprì il fenomeno dell’interferenza
della luce, sancendo di fatto il passaggio dalla teoria corpuscolare della luce a quella
ondulatoria, e quindi dagli scienziati iniziò a scomparire l’idea che la gravità potesse in
qualche modo attrarre la luce, in quanto le sue particelle non erano dotate di massa, e
quindi l’idea di stelle invisibili fu presto abbandonata.
Circa una ventina d’anni più tardi, l’astronomo Johann Soldner (1776 – 1833) si mise a
calcolare la deflessione della luce, giungendo alla conclusione che al centro della Via
Lattea vi fosse un enorme oggetto oscuro, attorno al quale ruotavano le stelle della
Galassia, ma anche lui abbandonò le ricerche a causa dell’impossibilità di verificare tali
dati.
Ci volle Einstein, con la sua “Teoria della Relatività”, nei primi anni del 900, a chiarire
come in realtà stavano le cose.
Einstein presentò, all’Accademia prussiana delle Scienze, a causa di alcune incon-
gruenze che minavano la sua teoria, un sistema di equazioni del campo gravitazionale
che mettevano in relazione la curvatura dello spazio tempo con la densità di energia
della materia contenuta al suo interno.
Successivamente a questa pubblicazione, letta anche dall’astronomo tedesco Karl Sch-
warzschild (1873 - 1916), che riuscì a trovare la prima soluzione esatta delle equazioni
280 Quando una stella collassa nel caso che le sue dimensioni scendano al di sotto del raggio di Schwarzschild essa diventa
un buco nero (cioè un oggetto con una gravità tale da non lasciare sfuggire nemmeno la luce).
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