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Effetto Fotoelettrico



           L’effetto fotoelettrico consiste nella creazione di una corrente elettrica, ogniqualvolta,

           un fascio di luce ultravioletta colpisca una lastra di rame.

           La spiegazione di questo effetto portò Albert Einstein alla scoperta della struttura duale
           della luce, la quale si comporta sia come flusso di particelle (fotoni) e sia come un’onda

           continua.

           Il fatto che fosse solo la luce blu e non altri colori a provocare questo fenomeno, fece
           capire che l’effetto non fosse provocato dall’intensità di luce usata, ma dalla sua fre-

           quenza, e questo non si riusciva proprio a spiegare.

                                            Nel 1905 Albert Einstein (1879 - 1955) tirò fuori un’idea
                                            rivoluzionaria  per  spiegare  l’effetto  fotoelettrico,  e  fu

                                            proprio questo lavoro, e non lo studio della relatività, che
                                            nel 1921 gli fruttò il Nobel per la fisica.

                                            Ispirandosi ai quanti introdotti da Planck per descrivere la
                                            ripartizione  dell’energia  negli  atomi  caldi,  Einstein  ipo-

                                            tizzò  che  anche  la  luce  dovesse  avere  dei  pacchetti  di
                                            energia.

                                            Prese quindi in prestito da Planck la sua teoria sui quanti

                                            e la applicò alla luce, anziché agli atomi.

           Questi quanti di luce vennero in seguito chiamati fotoni.

           I fotoni sono privi di massa e viaggiano alla velocità della luce.


           Einstein ipotizzò che fossero i singoli fotoni a colpire gli elettroni del metallo e a met-
           terli in movimento.

           Un fotone di luce rossa (bassa frequenza) non trasporta una quantità di energia suffi-
           ciente a spostare un elettrone, mentre un fotone di luce blu (di frequenza più alta) ha

           un’energia maggiore, sufficiente a metterlo in movimento.

           Un fotone di luce ultravioletta ha un’energia ancora maggiore, perciò può impartire
           ancora più velocità.


           I suoi esperimenti dimostrarono che l’energia degli elettroni emessi era direttamente
           proporzionale alla frequenza della luce.








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