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La diffrazione



           Quando scrutiamo un oggetto in lontananza, non siamo in grado di vederne i partico-

           lari, che invece possiamo vedere attraverso un binocolo.

           Vi siete mai chiesti come mai i nostri occhi hanno una risoluzione così limitata?

           Se sì, la risposta va ricercata nella dimensione delle nostre pupille, che devono essere

           abbastanza grandi da far passare una quantità di luce sufficiente ad attivare i sensori
           della vista, ma più sono aperte e più le onde luminose in entrata diventano sfocate.

           Le onde luminose che attraversano il cristallino dell’occhio provengono da varie dire-

           zioni.

           Quanto più ampia risulta l’apertura, tanto maggiore è il numero di direzioni che ven-
           gono acquisite.


           Come si può quindi intuire, le onde che percorrono cammini diversi interferiscono in
           modo differente a seconda che le loro fasi siano o meno allineate.

           La maggior parte di queste onde arriva in fase, formando una macchia centrale nitida
           e brillante, ma l’ampiezza di tale macchia trova un limite nel punto in cui i raggi adia-

           centi si annullano a vicenda e ai suoi margini compare una serie di zone alterne di luce
           e di buio.

           La grandezza dell’ampiezza di questa macchia centrale, determina quali siano i dettagli

           più fini che il nostro occhio può cogliere.

           Lo stesso avviene negli obiettivi delle macchine fotografiche, che a seconda della loro
           portata possono produrre macchie centrali di grandezze diverse (il cosiddetto “limite

           di diffrazione”).

           Questo limite dipende dalla lunghezza d’onda della luce e dall’inverso della dimensione
           dell’apertura o della lente; di conseguenza, le immagini blu appaiono leggermente più
           nitide di quelle rosse e un’immagine formata con un’apertura o una lente di dimensioni

           maggiori è meno sfocata.

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           La diffrazione  viene prodotta dall’angolazione di alcuni raggi di luce, che producono
           un effetto di zone di luci e ombre.


           Più piccolo è il foro di entrata e maggiore sarà questa zona di interferenza.

           Lo stesso fenomeno, ma maggiormente evidenziato, si verifica quando siamo molto
           vicini alla sorgente di luce, perché i raggi, che si muovono in maniera retta entrano



           245  La diffrazione è un chiaro indicatore che ciò che sta passando attraverso un’apertura è un’onda.
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