Page 90 - La Storia delle Scienze
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L’ampia conferma di questa predizione che si ebbe nella metà del Settecento, insieme

                                                            con il ritorno secondo le previsioni della co-
                                                            meta di Halley nel 1759, furono considerate

                                                            la  giustificazione  finale  del  sistema  newto-
                                                            niano, per cui fu universalmente accettato e
                                                            divulgato.

                                                            Diverse importanti proposizioni dei Principia,

                                                            particolarmente  quelle  che  stabiliscono  che
           l’effetto  gravitazionale  esterno  di  una  sfera  è  localizzato  nel  suo  centro,  dipendono
           dall’assunzione che la materia consista di particelle dotate di gravità.


           Newton fu un atomista al punto di affermare che: “Dio al momento della creazione formò
           la materia in solide, dure, piene, impenetrabili particelle mobili”.

           Invitato a spiegare perché le sue leggi erano formulate in quel modo, Newton rispondeva

           che senza dubbio Dio aveva creato il mondo fondandolo su leggi matematiche chiare e
           semplici.

           La natura, egli scrisse, è sempre conforme a sé stessa, per cui tutti i fenomeni naturali

           dovrebbero essere riducibili ai principi della meccanica.

           Sempre supponendo che le cause ultime dei fenomeni, cioè le forze, agiscano tra parti-
           celle, la fisica viene ridefinita come la trattazione matematica di tali forze.

           Di conseguenza, la fisica newtoniana venne sempre di più corroborata dalla meccanica

           celeste, anche se la gravitazione restò un mistero e fu dimostrata sperimentalmente per
           la prima volta in laboratorio da Henry Cavendish nel 1798. Nei Principia Mathematica si
           capisce che spazio e tempo erano, per lui, due entità assolute e immutabili e l’Universo

           inalterabile.

           Questo concetto è ben chiaro fin dalle prime pagine del suo “Principia”, dove distingue
           fra moto assoluto e moto relativo, ovvero quello compiuto da un corpo in riferimento ad

           altri oggetti, che può sembrare ingannevole.

           Allora Newton si chiese, come fare a distinguerli, e per questo realizzò l’ormai famoso
           esperimento del “secchio”.

           L’esperimento  consiste  nell’appendere  un  secchio  pieno  d’acqua  all’estremità  di  una

           corda ed imprimergli un moto circolare continuo, attorcigliando la corda su sé stessa, fino
           a quando questa non diventa rigida. A questo punto si libera il secchio lasciando srotolare
           la fune.







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