Page 300 - La Storia delle Scienze
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botte più piena a quella più vuota, anche se in questo caso sarebbe stato lui a godere

           della sua sapienza, visto che erano lì a festeggiare la vittoria di Agatone che il giorno prima
           era prevalso su tutti gli altri poeti, davanti a più di tremila Elleni.

           Agatone colse nelle frasi di Aristotele un po’ di ironia, e un po’ risentito rispose che da lì

           a breve sarebbe stato Dionisio a constatare chi di loro due avesse più sapienza.

           Eurissimaco, che era un insigne medico, allora, prese la parola dicendo, che se si era tutti
           d’accordo l’argomento di discussione della serata sarebbe stato “l’Amore è un Dio” e che

           ognuno, seguendo l’ordine da destra verso sinistra avrebbe preso la parola.

           Il primo a parlare fu Fedro, che essendo molto giovane ebbe poco da raccontare, affer-
           mando che: “chi ama è più divino di chi è amato, dal momento che solo lui è pervaso dal

           Dio”.

           Poi toccò a Pausania, un amico di Platone, che ribatté rivolgendosi a Fedro: “ho avuto
           l’impressione che tu abbia parlato di Amore come se si trattasse di un unico Dio, quando
           sappiamo che essi sono almeno due, e noi tutti vorremmo sapere quale dei due di questi

           dei sia il più degno di essere onorato: l’amore celeste di Afrodite Urania o quello volgare
           di Afrodite Pandemia”. Poi continuò dicendo: “Ebbene, sapete cosa vi dico? Che l’amore

           volgare di Afrodite Pandemia è davvero volgare.

           Gli uomini che lo praticano corrono dietro alle donne, desiderano i loro corpi più delle
           loro anime, e, intenti come sono a raggiungere uno scopo così modesto, finiscono col
           prediligere le persone più stupide, le donne.


           Al contrario il vero amatore, quello celeste, preferisce i maschi, ammirandone la natura
           forte e l’intelligenza più viva”.

           Continuò ancora affermando: “Purtroppo da noi, in Grecia, la norma non è sempre chiara:

           in Elide, in Beozia e presso i Lacedemoni, è onesto amare i maschi, nella lonia e nei paesi
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           barbari invece, proprio perché governati da tiranni, la pederastia  è considerata una
           pratica vergognosa.

           Ad Atene infine non si sa bene come stiano le cose: a parole sono tutti permissivi, mentre

           nei fatti mettono i pedagoghi alle costole dei figli per poterli meglio controllare, vietano
           ai ragazzi più ambiti d’intrattenersi con gli amanti e inducono i loro coetanei a fare la
           spia”.









           112  L’omosessualità, e in particolare la pederastia, era una pratica normale nella Grecia classica, ne fanno fede le poesie di
           Alcmane a Sparta e quelle di Saffo a Lesbo. Non a caso l’amore tra due persone del medesimo sesso è passato alla storia
           come “amore greco”. Per i maschi, i primi approcci sessuali avevano luogo nelle palestre, mentre per le femmine il luogo più
           indicato per l’iniziazione erano le scuole di danza.
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