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Già dal 1933 Zwicky ipotizzò la possibile esistenza della materia
oscura: osservando le interazioni gravitazionali di alcune galassie,
notò che la materia visibile era insufficiente per tenerle unite, e
stimò quindi la presenza di una quantità di materia complessiva
venti volte superiore a quella visibile.
Nel 1934, dopo la scoperta in laboratori terrestri dell’esistenza dei
neutroni, Zwicky assieme a Baade ipotizzò che le esplosioni di su-
pernovae avrebbero potuto lasciare come residuo un nucleo consi-
stente di neutroni, ossia una “stella di neutroni” (pulsar).
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La nascita della radioastronomia si può far risalire ai primi anni Trenta, quando l’ingegnere
americano Karl Jansky (1905 - 1950) intuì che un certo disturbo nella ricezione delle onde
radio intercontinentali era dovuto a radiazioni extraterrestri emesse da oggetti stellari.
Approfondimento: Le onde radio, come sappiamo sono delle onde elettromagnetiche,
che in normali condizioni si propagano in linea retta. Trasmittente e ricevente devono
quindi stare sulla stessa linea.
Le onde radio delle frequenze televisive e radiofoniche si perdono nello spazio senza es-
sere né assorbite, né riflesse dalla ionosfera. È solo grazie ai satelliti artificiali che queste
onde vengono catturate e riflesse sulla Terra.
Le onde radio aventi una bassa frequenza, come quelle lunghe, medie e corte, invece,
vengono riflesse dalla ionosfera, e riescono così a raggiungere, enormi distanze, anche al
d’ sotto della linea d’orizzonte.
Alcuni lontani sistemi stellari presentano una marcata emissione nel campo delle ra-
dioonde.
Mentre le galassie hanno il consueto
aspetto strutturale, le “radiogalassie”
presentano, osservate al telescopio, al-
cune caratteristiche anomale da un punto
di vista fisico e astronomico, tanto che nel
1960 furono battezzate “radio-sorgenti
quasi-stellari” (quasar = quasi-stellar
astronomical radio-source).
Le quasar inviano i loro segnali dalle re-
gioni più remote dell’Universo (circa do-
Quasar
dici miliardi di anni luce).
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