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Fotografia Astronomica
Fare “fotografia astronomica” ha in comune con l’osservazione solo il “Cielo”.
Gli accessori e le tecniche sono completamente diverse.
La maggior parte degli astrofili principianti pensano di poter eseguire splendide fo-
tografie degli astri, in modo del tutto simile a quando si fotografa un normale pano-
rama terrestre.
Sappiamo che per fare una foto si fa entrare la luce attraverso l’obiettivo della mac-
china fotografica, e questa viene rilevata da un sensore, sia esso una pellicola foto-
grafica o un più moderno sensore digitale.
Il sensore, che è sempre tenuto al buio, si apre, attraverso l’otturatore, solo quando
si deve scattare una foto, lascia passare la luce necessaria per impressionare il rile-
vatore, in base ai settaggi effettuati, e poi viene chiuso.
Il tempo di esposizione, cioè il tempo di esposizione alla luce, dipende esclusiva-
mente dalla luminosità ambientale e dalla sua sensibilità (DPI).
Di giorno questo tempo può essere di 1/250 di secondo, ed è sufficiente per impres-
sionare il sensore con l’immagine fotografata.
Per gli oggetti del cielo le cose cambiano. Le stelle e
tutti gli oggetti celesti che è possibile osservare di
notte sono disposti su una “gigantesca cupola”, la
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sfera celeste .
Qui, il moto dei pianeti visibili nella sfera celeste è
dato dalla somma del moto di rivoluzione della Terra
e della rivoluzione degli stessi intorno al Sole.
Tutti i pianeti si trovano nei pressi di una linea imma-
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ginaria denominata eclittica .
L’equatore divide la Terra in un emisfero nord e in uno sud e l’asse polare è perpen-
dicolare al piano dell’equatore. Estendendo il piano dell’equatore fino a intersecarlo
con la sfera celeste, si ottiene una linea detta equatore celeste.
159 La sfera celeste compie una rotazione apparente in 23 ore e 56 minuti, esattamente il periodo di rotazione della
Terra. Questo perché, stando sulla superficie terrestre, vediamo le stelle muoversi, da est verso ovest, e non ci accor-
giamo che in realtà siamo noi a muoverci.
160 L’eclittica è la linea che interseca le 12 (in realtà sono 13, c’è anche Ofiuco) costellazioni zodiacali. I punti di massima
e minima altezza dell’eclittica vengono detti solstizi.
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