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La Via Lattea
Rivolgendo lo sguardo al cielo in una notte nitida, possiamo osservare centinaia di
stelle disposte nelle costellazioni più conosciute.
In luoghi particolarmente bui, poi è possibile osservare miglia di altre stelle, insieme
a una banda lattiginosa di luce che si sviluppa nel cielo da una parte all’altra, la Via
Lattea.
Approfondimento: L’astronomo inglese Thomas Wright (1711 – 1786) fu il primo a
studiare, grazie all’invenzione dei telescopi, più in dettaglio la “Via Lattea” e a notare
come le stelle non fossero disseminate a caso nel cielo, ma che erano raggruppate
in “configurazioni”. Ciò lo portò a credere dell’esistenza di altri raggruppamenti simili
alla nostra Via Lattea, anche con forme diverse, contenenti a loro volta miliardi di
stelle e sistemi solari dotati di pianeti, magari simili al nostro.
L’Universo infinito di Wright contiene un numero incalcolabile di galassie che ci ap-
paiono come bolle nello spazio infinito.
I suoi calcoli lo portarono ad affermare che vi fossero più di 3.888.000 stelle solo
nella Via Lattea e almeno 60 milioni di sistemi planetari come il nostro, anche se era
convinto che si dovesse trattare solo di una minima parte dell’intero cielo notturno.
L’idea che l’Universo fosse popolato da un numero incalcolabile di galassie e che la
nostra Via Lattea fosse solo una delle tante, venne però accettata solo dopo che nel
1921, l’astronomo americano Heber Curtis (1872 – 1942) riuscì ad affermare che le
nebulose a spirale, visibili nel cielo notturno, non fossero altro che lontane galassie,
simili alla nostra, dimostrando così che la Via Lattea non costituisse l’intero Uni-
verso.
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