Page 233 - La Storia delle Scienze
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Negli anni 20, Heisenberg, Erwin Schrödinger e Paul Dirac diedero vita alla moderna
              meccanica quantistica, fondata proprio sul principio di indeterminazione.

















              Secondo questa nuova teoria, le particelle non possedevano più posizioni e velocità
              ben definite, ma erano dotate di uno stato quantico, ovvero una combinazione di

              posizione e velocità, definito solo all’interno dei limiti del principio di indetermina-
              zione.

                                     Per questo motivo è possibile definire solo dei valori di proba-

                                     bilità  per  i  diversi  casi  possibili.  In  altre  parole  la  meccanica
                                     quantistica introduce nella scienza un inevitabile elemento di
                                     impredicibilità o casualità.


                                     Einstein non approvò mai completamente queste ipotesi, per
                                     lui “Dio non poteva giocare a dadi con l’Universo”.

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              La prova della validità di una teoria scientifica consiste nella sua capacità di predire
              i risultati di un esperimento ma questa teoria quantistica pone dei limiti alle nostre
              capacità di predizione, anche se finora si è sempre accordata perfettamente con i

              risultati degli esperimenti.

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              Una delle più importanti implicazioni del principio di indeterminazione di Heisenberg
              è che, sotto certi aspetti, le particelle si comportano come onde, in quanto non
              hanno una posizione ben definita, ma sono distribuite secondo valori probabilistici.

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              La teoria della meccanica quantistica si basa su una matematica del tutto nuova, che
              non descrive più il mondo reale come un’alternativa secca tra onde o particelle, ma
              in alcune cose si possono pensare le particelle come onde, e per altre cose, invece,

              è meglio pensare le onde come particelle; comunque la si vede, in entrambi i casi si
              tratta solo di una questione di convenienza.

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