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Astronomia Contemporanea
L’astronomia contemporanea vide la luce tra il 1915 ed il 1929, dopo che i lavori di
Einstein avevano indicato la possibilità di convertire materia in energia.
Arthur Eddington (1882 - 1944), come abbiamo vi-
sto nel paragrafo precedente, fu allora indotto ad
ipotizzare che esistesse un modo diverso per pro-
durre energia, rispetto a quello della contrazione
gravitazionale, forse legato alle proprietà della
struttura atomica.
L’enigma fu sciolto alla fine
degli anni trenta del vente-
simo secolo da Hans Bethe
(1906 - 2005) quando dimostrò come il Sole attingesse la sua
forza dalla trasmutazione nucleare dell’idrogeno in elio.
Eddington propose anche l’idea di sfruttare un’eclissi totale
di Sole per verificare se la deflessione dei raggi luminosi delle stelle, in presenza della
massa solare, fosse compatibile con la teoria della Relatività Generale di Einstein,
trovandone conferma.
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Walter Baade (1893 – 1960) dimostrò che nella Galassia esi-
stevano due tipologie di stelle, una presente soprattutto nel
disco galattico, relativamente giovane, chiamata Popolazione
1, e l’altra, indicata come Popolazione 2, di miliardi di anni più
vecchie, popolava i nuclei galattici e gli ammassi globulari.
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Nel 1915 Einstein pubblicò il primo articolo riguardo alla teoria della relatività gene-
rale, che sostituiva la precedente gravitazione universale Newtoniana, secondo la
quale la gravità di un corpo è in grado di modificare le proprietà dello spazio fisico,
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ipotizzando così la curvatura dello spazio-tempo .
78 Secondo il “principio di equivalenza” anche lo spazio-tempo, in presenza di un campo gravitazionale, subisce una
deformazione (curvatura). Per questo se ci muoviamo in un campo gravitazionale, il nostro spazio-tempo locale risulta
deformato e non ci spostiamo su una “superficie” piana, ma curva.
Siccome la responsabile del campo gravitazionale è la massa, più questa, in un corpo, è grande, tanto più forte sarà il
suo campo gravitazionale e maggiore sarà la curvatura dello spazio-tempo.
Quindi si può tranquillamente affermare che la massa, grazie al relativo campo gravitazionale, “dice” allo spazio-tempo
come deformarsi e lo spazio-tempo “dice” alla massa come muoversi.
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