Page 195 - Storia del Pensiero Matematico e suoi Aneddoti
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Gli arabi e la cultura occidentale 183
La scienza araba fu un complesso cosmopolita poiché non
tutti coloro che contribuirono al suo sorgere erano
musulmani. Ad esempio il suo più illustre scienziato fu
Avicenna (980 – 1037), di origine persiane, considerato da
molti come “il padre della medicina moderna”, assieme
anche a molti altri come ad
esempio il filosofo spagnolo
Averroè (1126 – 1198), AVICENNA
l’astronomo Masha’allah ibn
Athari (740 – 815), etc.
Ogni regione e nazione dell’Islam portò il suo contributo
allo sviluppo della scienza.
AVERROÈ
La principale ragione del perché la scienza ebbe questa
particolare fioritura nel mondo arabo, va ricercata nel sostegno che le fu dato dai califfi.
Il califfo al-Mamun (786 - 833) inviò a Bisanzio una
missione per ottenere manoscritti originali e fondò
una “Casa della Scienza”, un’istituzione dotata di
un vero e proprio osservatorio astronomico.
Al-Mamun non fu l’unico, anche il califfo Hakim
(1247 -1302) fondò al Cairo un’accademia simile,
dove vi lavorarono i più famosi astronomi
dell’impero islamico. CALIFFO AL-MAMUN
In questo periodo l’Europa dovette riconoscere la superiorità dell’Islam nella filosofia,
nella scienza e nella tecnologia.
Anche se l’Europa venne in contatto con la cultura araba all’inizio del XI secolo, fu solo
dal XII secolo che si cercò di rendere disponibile questa eredità in lingua latina.
I cristiani divennero desiderosi di imparare da musulmani ed ebrei soltanto quando
diventarono indiscutibilmente i dominatori incontrastati.
Però la scienza che l’Europa importò non era più la scienza ellenica dell’antichità, ma
quello che quattro secoli di pensiero islamico vi avevano innestato.