Page 193 - Storia del Pensiero Matematico e suoi Aneddoti
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Il calcolo integrale e differenziale                                    181



            Integrazione  e  differenziazione  sono  l’una  l’inverso  dell’altra,  il  che  significa  che

            integrare un’equazione e poi differenziarla di nuovo riporta all’equazione originale: si

            tratta del teorema fondamentale del calcolo. I matematici  lo usano  per effettuare i
            calcoli nelle equazioni più difficili.


            II concetto di limite si è rivelato in matematica molto più importante di quanto si potesse
            pensare, infatti tutto il calcolo differenziale ed integrale, e quindi praticamente tutta la

            matematica superiore, dipende dai limiti.


             I due grandi capitoli dell’Analisi infinitesimale sono costituiti dal “calcolo integrale” e
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            dal “calcolo differenziale “.

            Per rintracciare le origini del calcolo integrale bisogna risalire fino ai geometri greci, i

            quali, nella ricerca di aree e volumi, seppero ottenere risultati ammirevoli.


            Integrare,  infatti,  significa  determinare  un’area.  In  termini  moderni  si  integra
            generalmente una funzione, ma in antichità le funzioni non esistevano e i problemi di

            integrazione erano di natura squisitamente geometrica.


            Archimede  fu  il  primo  ad  affrontare  problemi  geometrici  applicando  nozioni  di
            meccanica e di statica, riuscendo addirittura a costruire un metodo che anticipava di ben

            diciotto secoli il calcolo integrale.


            Il  procedimento  adottato  nell’antichità  parte  da  un  sistema  di  analisi  infinitesimale
            chiamato “metodo di esaustione”, inventato da Eudosso di Cnido (406 - 355 a.C.), un

            filosofo seguace di Platone.

            Questo metodo, si proponeva di riempire, letteralmente, un’area con delle figure note

            tali che la loro somma approssimasse l’area cercata.


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            Archimede, poi, lo perfezionò inserendo il concetto di momento statico  delle figure.
            Come se si trattasse di “pesare” le aree e di trovare il punto d’equilibrio della bilancia

            utilizzata.


            Archimede lo applicò al cerchio per determinarne l’area.











            195  Il differenziale è una funzione e come tale può assumere un valore sia grande che piccolo.
            196  È una proprietà geometrica relativa ad un'area piana.
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