Page 33 - La Fisica nella Storia
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Platone riconobbe come validi i quattro elementi di Empedocle ma li immaginava essere
composti da solidi regolari (scomponibili in triangoli, a loro volta formati da linee, che a loro
volta ancora, erano formati da punti, derivanti da numeri i quali sono simili alle Idee): il fuoco
era costituito da piramidi, la terra da cubi, l’aria da ottaedri e l’acqua da icosaedri.
Platone fu anche il primo a sostenere l’opportunità di trovare un modello geometrico
dell’Universo fisico, atto a concepire un’astronomia basata sulla matematica. Riuscì a capire che
la chiave per comprendere la natura poteva essere solo la matematica, intesa non più solo come
uno strumento di ragionamento ma come una tecnica da usare nella ricerca delle leggi fisiche:
le leggi matematiche dell’Universo.
I risultati ed i fallimenti di Platone si possono vedere anche
nell’opera del suo allievo, Aristotele (384 – 322 a.C.), il quale
comprese a fondo la dottrina di Platone, la rifiutò e formulò delle
proprie tesi alternative, delineando non una vera e propria teoria
dello spazio, bensì una teoria del luogo (topos), distinto
dall’estensione e indipendente dalla materia.
Il luogo rappresentava il limite che comprende le cose e l’universo
non è un luogo, ma il luogo, visto come somma totale di tutti i
luoghi occupati dalle cose. In opposizione agli Atomisti, riteneva
che i corpi fossero necessariamente in numero finito, e che la Terra
fosse fissa al centro di un mondo finito, circoscritta dalla sfera che contiene tutti i corpi
dell’Universo.
Egli propose una teoria cosmologica scientifica destinata a rappresentare l’Universo per i
successivi duemila anni.
Per Aristotele, la fisica funzionava così. Anzitutto bisognava distinguere tra Cielo e Terra.
Nel Cielo, tutto era fatto di una sostanza cristallina che si muoveva in modo circolare ed eterno
girando intorno alla Terra, in grandi sfere concentriche, con la Terra, sferica, al centro.
Sulla Terra, invece, bisognava distinguere il moto forzato da quello naturale. Il moto forzato era
causato da una spinta e si esauriva quando si esauriva la spinta. Il moto naturale, invece,
avveniva in verticale, verso l’alto o verso il basso, a seconda delle sostanze.
Ogni sostanza ha un suo “luogo naturale”, cioè un livello proprio a cui ritorna sempre: la Terra
più in basso, l’acqua un po’ più su, l’aria ancora più su e il fuoco ancora più su.
Quando si alza un sasso e poi lo si lascia libero, il sasso si muove verso il basso di moto naturale
per tornare al livello che gli è proprio. Invece, le bolle d’aria nell’acqua, oppure il fuoco nell’aria,
vanno verso l’alto, sempre per andare verso il loro luogo naturale.
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