Page 211 - La Fisica nella Storia
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La Teoria dei Quanti





       L’altra colonna portante della fisica del 900, oltre alla Teoria della Relatività di Einstein, è “la

       Teoria  dei  Quanti”  (o  Meccanica  Quantistica),  che  troveremo  anche  alla  base  della
       “cromoterapia”. A partire dalla sua comparsa, ha dato origine ad una miriade di nuovi enigmi,
       ma essendo sempre riuscita a risolverli, si è dimostrata la teoria più valida di tutta la storia della
       scienza.


       Nota:  La  scoperta  della  quantizzazione  dell’energia  ha  messo  in  evidenza  come  tutte  le
       radiazioni elettromagnetiche, compresa la luce, oltre a una natura ondulatoria, abbiano anche

       una natura corpuscolare.

       Per capire la teoria quantistica dobbiamo entrare in un nuovo mondo, frutto delle esplorazioni
       scientifiche del 900.


       Ma andiamo con ordine.  Il punto di svolta si ha nel 1925, quando un giovane fisico tedesco,
       Werner, ebbe un’idea rivoluzionaria.

       Nella  comunità  scientifica,  era  idea  comune  che  gli  atomi  fossero  composti  da  un  nucleo

       centrale più denso circondato da una nuvola di elettroni, similmente alle orbite dei pianeti
       attorno al Sole.

       Studiando  l’atomo,  Heisenberg  si  accorse che  non fosse necessario  conoscere le traiettorie

       precise degli elettroni attorno al nucleo, in quanto questi sembravano saltare misteriosamente
       tra un’orbita all’altra emettendo diversi tipi di luce. Poi per individuare una descrizione sensata
       di questi fenomeni, arrivò ad ipotizzare un modello di atomo molto diverso da quello di un
       minuscolo sistema solare, dove i pianeti erano confinati su orbite immutabili (per effetto della

       “gravità”). Grazie ai suoi esperimenti, capì che ogni tentativo di misurazione della posizione
       degli  elettroni  avrebbe  interferito  con  il  loro  comportamento,  rendendo  l’incertezza  una
       caratteristica intrinseca del “sistema”.


       Questi nuovi rivoluzionari presupposti scatenarono la fantasia di molti suoi colleghi.

       Bohr  fu  il  primo  ad  essere  contagiato  da  queste  nuove  idee.  Secondo  lui,  conoscere  quale
       cammino  percorra  un  elettrone  non  fosse  rilevante  per  effettuare  fenomeni  atomici,

       abbandonando definitivamente l’idea “orbita”.

       Il tutto doveva ridursi ad osservare e misurare. L’atto stesso del “misurare” costringe il sistema
       a scegliere tra le varie possibilità, cioè, secondo Bohr, non era l’incertezza della misurazione a
       nascondere  la  realtà,  ma  è  la  realtà  stessa  a  non  fornire  certezze,  quando  si  esaminano

       fenomeni a “scala atomica”, facendo “collassare” lo stato quantico, in una delle moltissime
       alternative (stati quantici).

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