Page 169 - La Fisica nella Storia
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Einstein e la “Relatività”




       Verso la fine del XIX secolo la maggior parte degli studiosi era convinta che le leggi fondamentali

       della fisica fossero state ormai scoperte.

       Le equazioni della meccanica newtoniana spiegavano alla perfezione il moto degli oggetti sulla
       Terra e nello spazio.


       Costituivano la base per lo studio dei fluidi, delle onde meccaniche e dei fenomeni termici.

       L’interpretazione  teorica  dei  principali  aspetti  fisici  del  mondo  macroscopico  era  poi  stata
       completata  dalle  equazioni  di  Maxwell,  che  avevano  riunito  in  un’unica  teoria  i  fenomeni
       elettrici e magnetici.


       C’era, però, un piccolo particolare che non faceva quadrare le cose: le equazioni di Newton
       facevano a pugni con quelle di Maxwell, perché mentre nella meccanica newtoniana ogni azione
       si manifestava istantaneamente, qualunque fosse la distanza fra i corpi interagenti, le forze

       elettromagnetiche di Maxwell si propagavano con una velocità finita, uguale a quella della luce.

       Per questo motivo, si ebbe la necessità di elaborare una teoria che riunisse sotto una stessa
       logica i principi della meccanica e dell’elettromagnetismo.

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       Nel 1905, un ragazzo ebreo di 25 anni, Albert Einstein (1879 -
       1955),  cresciuto  con  letture  di    testi  scientifici,  come  “gli
       Elementi” di Euclide ma anche filosofici come “la Critica della

       ragion  pura”  di  Kant,  che  amava  la  matematica,  la  fisica  e
       bighellonare  per  la  città,  pubblicò  nel  giro  di  sette  mesi,  sei
       articoli,  di  cui  tre  ancora  oggi  sono  dei  pilastri  per  l’attuale

       comprensione del mondo: nel primo calcolò la dimensione degli
       atomi e provò, dopo ventitré secoli, che le idee di Democrito
       erano corrette: la materia è fatta di atomi.


       Nota:  Quando  Einstein  meditava  su  un  problema,  i  suoi  processi  mentali  erano  sempre
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       accompagnati da immagini  (sinestesia )  e si  accorgeva di essere sulla strada giusta perché
       sentiva un formicolio alla punta delle dita.







       99   La  sinestesia  è  un  fenomeno  sensoriale/percettivo,  che  indica  una  “contaminazione”  dei  sensi  nella  percezione.  Il  fenomeno
       neurologico  della  sinestesia  si  realizza  quando  stimolazioni  provenienti  da  una  via  sensoriale  o  cognitiva  inducono  esperienze,
       automatiche e involontarie, in un secondo percorso sensoriale o cognitivo .Con questo termine si fa riferimento a quelle situazioni in
       cui una stimolazione uditiva, olfattiva, tattile o visiva è percepita come due eventi sensoriali distinti ma conviventi.
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