Page 163 - La Fisica nella Storia
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Max PLANCK
Max Planck (1858 – 1947) nei suoi studi ebbe da apprendere
notevoli nozioni di matematica, astronomia, meccanica e fisica di
base, tra cui la legge della conservazione dell’energia.
Fu un ottimo studente e si diplomò a soli sedici anni, dopodiché
decise di dedicarsi alla fisica e in particolar modo a quella teorica.
Nel 1877 si trasferì da Monaco a Berlino, dove allora si trovavano i
migliori matematici e fisici del mondo, ed ebbe l’opportunità di
studiare con Kirchhoff e Weierstrass.
Si laureò l’anno seguente e, dopo aver insegnato per qualche tempo matematica e fisica nella
sua vecchia scuola superiore, nel 1880 sostenne l’esame per la libera docenza difendendo una
tesi sull’equilibrio termico di corpi a diverse temperature.
Cinque anni dopo ebbe la nomina all’università di Kiel, e una volta nominato professore,
concentrò le sue ricerche soprattutto nel campo della termodinamica e in special modo
sull’entropia.
Nel 1889 ebbe la cattedra all’università di Berlino, mentre nel 1894 fu ingaggiato per una
consulenza da una società elettrica tedesca, che stava cercando di produrre una lampadina dal
rendimento energetico migliore.
Si trattava di studiare il problema della “radiazione di corpo nero”, ovvero di studiare
l’emissione di luce da parte di un corpo nero, un oggetto che assorbe integralmente le radiazioni
che lo colpiscono, senza riflettere nulla al di fuori.
Un tale oggetto, se riscaldato, emette luce a tutte le frequenze, la cui intensità varia al variare
delle frequenze stesse.
La cosa che doveva scoprire, era di calcolare quale fosse la relazione specifica tra frequenza ed
energia.
Dopo anni di studi, riuscì ad interpolare le formule conosciute, ottenne come risultato, quella
che oggi è nota come: la “legge di Planck per la radiazione di corpo nero”.
Questa nuova formula, studiata per accordarsi alla perfezione con i dati sperimentali, era
puramente empirica, cioè non derivava da alcun principio fisico di fondo e per questo cercò di
trovare un’idea più generale da cui far discendere la sua legge.
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