Page 135 - La Fisica nella Storia
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Maxwell e le sue equazioni




                                           Le brillanti teorie di Faraday, non erano condivise dalla scienza

                                           dell’epoca,  in  quanto  questa  si  aspettava  delle  conferme
                                           sperimentali, che Michael non era in grado di fare.

                                           Un fisico in grado di sperimentare queste teorie, si era appena
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                                           trasferito  in Inghilterra,  James Maxwell   (1831  –  1879),  che
                                           volle a tutti i costi giungere ad una comprensione unificata di
                                           quegli effetti.

                                           Sia  Maxwell  che  Faraday,  si  sforzarono  disperatamente  di

                                           capire  la  natura  delle  interazioni  elettromagnetiche,
                                           immaginando  che  lo  spazio  vuoto  fosse  colmo  di  un  gran
         Maxwell
                                           numero di entità capaci di implementare l’azione delle linee di
       campo descritte da Faraday, anche se Maxwell riteneva più consistente l’idea di un “fluido” che
       permeasse lo spazio, proprio come l’etere di Aristotele.

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       Maxwell  riuscì  a  strutturare  le  leggi  dell’elettromagnetismo  classico   in  termini  di  campi
       elettrici  e  magnetici:  “i  campi  elettrici  variabili  possono  produrre  campi  magnetici,
       analogamente, i campi magnetici variabili possono produrre campi elettrici”.

       In  definitiva  non  era  più  necessario  considerare  separatamente  campi  elettrici  e  campi

       magnetici, ma si poteva parlare di “campi elettromagnetici”.

       Poi, grazie ad altri esperimenti si accorse che prendendo una carica e spostandola, il campo
       elettrico attorno ad essa subiva una variazione, che a sua volta ne produceva una nel campo
       magnetico.


       Non solo ma anche il campo magnetico, variando, tornava a modificare il campo elettrico, e così
       via, all’infinito.

       Si può dire, quindi, che nello spazio esiste una “perturbazione elettromagnetica” e con l’utilizzo
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       delle sue equazioni sull’elettromagnetismo  riuscì a calcolare la velocità di tale perturbazione,






       80  Maxwell elaborò la prima teoria moderna dell’elettromagnetismo, compendiando in poche equazioni tutte le nozioni di tale branca
       della fisica. Unificò mirabilmente l’elettricità con il magnetismo riconducendoli al concetto di un unico campo.
       81  Con elettromagnetismo classico si intende l'elettromagnetismo non quantistico ma, tuttavia, in perfetto accordo con la teoria
       della relatività ristretta. Infatti, da un punto di vista storico, la teoria della relatività ristretta è nata dall'elettromagnetismo classico a
       dagli esperimenti ad esso ispirati. La modificazione dell'elettromagnetismo classico secondo i principi della meccanica quantistica,
       prende invece il nome di elettrodinamica quantistica.
       82  Le equazioni di Maxwell dimostrano che l'elettricità, il magnetismo e la luce sono tutte manifestazioni del medesimo fenomeno: il
       campo elettromagnetico.
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