Page 55 - La Storia delle Scienze
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La Civiltà Greca



           Avendo solo di recente scoperto, tradotto e capito i documenti, e di conseguenza le cul-
           ture, dei popoli mesopotamici e degli an-

           tichi egizi, per molto tempo abbiamo at-
           tribuito ai greci il merito delle più grandi
           scoperte e invenzioni del mondo antico.

           Di sicuro però, fu nelle città greche, aper-

           tissime ad assorbire quanto più possibile
           dalle  civiltà  vicine,  che  nacque  l’idea  di

           poter comprendere la natura in modo ra-
           zionale.

           I filosofi della natura, come Eraclito, Democrito e Platone, erano tanto maestri del lin-
           guaggio quanto uomini di scienza.


           I greci non crearono le loro idee dal nulla, ma si basarono sul patrimonio culturale, tec-
           nico-scientifico, ricevuto dalle precedenti civiltà mediterranee.

           È per questo motivo che è importante studiare i grandi filosofi greci. Quello che seppero

           ideare nel campo della scienza e della filosofia ha una grande importanza non solo per chi
           si deve specializzare nella conoscenza del mondo classico greco-latino, ma anche per
           chiunque voglia comprendere a fondo il pensiero scientifico moderno.


           Approfondimento: i Sette Sapienti dell’antica Grecia (hoi epta sophoi).

           Nella tradizione antica, i Sette Saggi (Talete di Mileto, Solone da Atene, Biante di Priene,
           Pittaco da Mitilene, Cleobulo da Lindo, Chilone di Sparta e Periandro di Corinto) erano

           figure storiche, vissute nel periodo storico compreso tra la fine del VII e il VI secolo a.C.,
           che i Greci riconobbero e rispettarono come i fondatori del loro pensiero e delle loro isti-
           tuzioni. Il mondo antico è pieno di maestri del pensiero e dei loro grandi discepoli.


           Lo stesso Socrate trabbe grande ispirazione dai sette sapienti.

           Nota: L’opera “Vite dei filosofi” di Diogene Laerzio contiene varie narrazioni leggendarie

           riguardo alla prima redazione dell’elenco dei sette savi. Qui si narra che “Elemento co-
           mune” al ritrovamento della lista dei sette sapienti è il tripode sacro ad Apollo, lo scettro
           che sarebbe dovuto appartenere al più sapiente tra i sapienti.


           I Sette Savi hanno lasciato in eredità una serie di sentenze e massime memorabili:

           Talete: “Molte parole non indicano mai molta sapienza”;

           “L’acqua è la migliore di tutte le cose”;

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