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Dalla nascita della teoria delle stringhe alla teoria M



           La  storia  della  teoria  delle  stringhe  è  tra  le  più  strane  mai  capitate  nella  storia  della
           scienza. Fu scoperta quasi per caso, e applicata al problema sbagliato, per poi essere re-

                                   legata per anni nell’oscurità, fino a quando non è stata tirata in ballo
                                   come “teoria del tutto”.

                                   La sua origine risale al 1968, quando due giovani ri-
                                   cercatori del  CERN, Gabriele Veneziano (1942 -)  e

                                   Mahiko Suzuki, si imbatterono, in maniera del tutto
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                                   indipendente, nella funzione Beta  (o integrale di)
                                   di Eulero, che sembrava particolarmente adatta a
           descrivere il mondo delle particelle subatomiche.

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           Nota: tutte le particelle subatomiche si comportano come delle trottole in miniatura.


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           Approfondimento:  Le  stringhe  sembravano  comportarsi  in  maniera  molto  diversa  ri-
           spetto ai “campi”, introdotti per la prima volta dal fisico inglese Michael Faraday, su cui

           si basava tutta la fisica degli ultimi 150 anni, dove la descrizione “fondamentale” dell’elet-
           tricità, del magnetismo, della forza nucleare e della gravità si basa sui campi.

           Le linee di forza permeano tutto lo spazio, come una ragnatela, e come per tutte le entità

           matematiche, possono assumere valori diversi nei vari punti dello spazio.

           Per questo si iniziò a cercare una teoria di campo delle stringhe in grado di riassumere
           l’intero contenuto della teoria in una sola equazione.


           Nel 1974 Micho Kaku riuscì ad estrarre la teoria di
           campo delle stringhe, riassumendo tutta l’informa-
           zione contenuta nella teoria delle stringhe in una

           sola equazione lunga solo tre centimetri.










           107  È una particolare funzione simmetrica, in cui non cambia il valore scambiando la x con la y e viceversa. il suo valore non
           cambia. È stata il primo modello di matrice S nella teoria delle stringhe.
           In meccanica quantistica, la matrice S costituisce l’insieme di tutte le ampiezze delle transizioni possibili fra stati iniziali e stati
           finali dei processi di scattering, ovvero degli urti tra particelle.
           Dalla conoscenza della matrice S è possibile dedurre tutte le proprietà delle particelle elementari. Detto in parole povere,
           significa che ogni termine della serie ci dice in quanti modi le particelle possono scontrarsi tra di loro.
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