Page 85 - La Storia delle Scienze
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L’astronomia all’epoca dei Romani
È dalla più remota antichità
che l’uomo si interroga sulla
struttura dell’Universo fisico
in cui vive e sulle leggi che
governano il suo essere, ov-
vero il suo divenire, ma in
quest’epoca l’astronomia
conobbe una stagione vera-
mente povera ed arida.
I Romani si limitarono ad utilizzarla per scopi agricoli e commerciali, ma anche come
guida alla navigazione e nel computo del tempo attra-
verso le meridiane.
Sotto il dominio di Giulio Cesare (100 - 44 a.C.) l’Astro-
nomia consentì di attuare la riforma del calendario
Giuliano, durato fino al 1587, anno in cui Papa Grego-
rio XIII effettuò un’ulteriore riforma.
Nell’antica Roma, invece, si diede molta importanza
alla funzione divinatoria e all’interpretazione dei feno-
meni celesti (astrologia), in quanto assorbimento della
cultura etrusca. S. Agostino
Approfondimento: Il calendario ha il compito di misurare la durata del ciclo delle
stagioni (anno tropico, cioè il tempo tra due ritorni del Sole in uno stesso punto
dell’eclittica, pari a 365,242199 giorni, che fanno 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46
secondi) e quindi di fissare un ciclo di anni, formati ciascuno da un numero intero di
giorni, che si ripetono periodicamente e tali da avere una durata media il più possi-
bile uguale alla durata del ciclo delle stagioni.
Il Calendario Giuliano entrò in vigore sotto Giulio Cesare nel 46 a.C., sostituito nel
1582 (in Italia) dal Calendario Gregoriano, che differisce da quello Giuliano per tre
anni bisestili in meno ogni quattro secoli.
Questo entrò in vigore sotto il papato di Gregorio XIII. La regola secondo la quale si
eliminano 3 anni bisestili ogni 4 secoli è molto semplice: gli anni secolari (che se-
gnano la fine di un secolo, come ad esempio il 2000) che non sono multipli di 400,
che nel Calendario Giuliano avrebbero dovuto essere bisestili, nel Calendario Grego-
riano non lo sono. I restanti rimangono inalterati.
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