Page 57 - La Storia delle Scienze
P. 57
Breve storia dell’Astronomia in Mesopotamia
Con il termine Mesopotamia era indicata quella regione asiatica compresa tra i fiumi
Tigri ed Eufrate.
Quando vi si crearono i primi villaggi legati
alla coltivazione e all’agricoltura, il rapporto
dell’uomo con il cielo cambiò.
Prima di allora gli uomini avevano vissuto
come nomadi, spostandosi frequentemente
da una regione all’altra, sicché i loro riferi-
menti sul territorio cambiavano di continuo,
ma ora, il paesaggio poteva offrire riferimenti stabili su cui fissare la direzione del
sorgere e del tramontare del Sole, della Luna e degli astri in generale.
Il testo astronomico più antico conosciuto è il babilonese Mul Apin, in cui l’anno è
suddiviso in dodici mesi.
Nel giro di qualche secolo, gli uomini si accorsero del susseguirsi temporale degli
anni e delle stagioni. I cicli vitali manifestano un andamento circolare e ripetitivo che
ha permesso di riconoscere la relazione tra essi e i moti celesti. Primi tra questi il
ciclo diurno, il ciclo lunare, la variazione dell’altezza del Sole rispetto all’orizzonte e
le stagioni.
Il Sole scandiva i tempi dell’agricoltura, dando vita a gesti rituali, nati per invocare e
ringraziare gli dei.
Per questo, in questi villaggi agricoli, si insediarono i primi sacerdoti (i “saggi”) inte-
ramente dedicati a scrutare il cielo, diventando anche gli interlocutori delle divinità
celesti, capaci di prevedere i tempi migliori per la semina e il raccolto.
Era nata l’Astronomia, ovvero il
primo caso di studio sistematico della
natura da parte dell’uomo.
Gli astronomi sumeri nel IV millennio
a.C. furono i primi a calcolare con una
certa precisione i cicli solari e lunari.
Questi astronomi-sacerdoti furono
anche i primi a rendersi conto di
57