Page 307 - La Storia delle Scienze
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Le Comete
Fino alla metà del ventesimo secolo, gli asteroidi,
osservati dai telescopi, sembravano dei punti di
luce, per cui venivano scambiati per pianeti lon-
tani.
La stragrande maggioranza di essi appartenevano
alla cintura di asteroidi compresa tra Marte e
Giove.
Le comete, invece, diventavano via via più brillanti mentre si avvicinavano al Sole,
fino a trasformarsi in oggetti con una chioma diffusa con code che si estendevano
anche per milioni di chilometri, seguendo traiettorie molto allungate; alcune si muo-
vevano dentro il sistema dei pianeti, mentre altre (comete di lungo periodo) viaggia-
vano ben oltre il regno dei pianeti.
Ci si domandava come mai lasciassero tanta materia per formare la chioma e le code,
quando passavano vicino al Sole, nonostante avessero una massa trascurabile.
Nel 1950, l’astronomo olandese Jan Oort (1900 –
1992) notò come molte comete di lungo periodo viag-
giassero su orbite estremamente allungate che le por-
tavano fono a decine di migliaia di UA lontane dal
Sole, rimanendo comunque legate al sistema solare,
grazie alla gravità generata dal Sole.
Dallo studio dei loro spettri, in seguito si capì che il
loro nucleo era composto da una grossa massa di
ghiaccio combinata con polveri e particelle meteoritiche.
Questo nucleo solido scaldato dal Sole faceva evaporare i ghiacci, producendo dei
getti di gas.
Nel 1977 l’astronomo statunitense Charles Kowal (1940 – 2011) scoprì un oggetto
che si muoveva molto lentamente attraverso il cielo, ma non era né un pianeta, né
un asteroide.
Questo oggetto passava la maggior parte del tempo tra Saturno e Urano ed aveva
un’orbita simile a quella delle comete.
Dalla luminosità stimò che la nuova scoperta avesse un diametro di circa 200 km, 10
volte qualsiasi nucleo cometario ma 10 volte più piccolo di qualsiasi pianeta, non
rientrando in alcuna classificazione.
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