Page 179 - La Storia delle Scienze

Sempre Aristotele, riteneva che i corpi celesti, al contrario della Terra che era com-
posta da 4 elementi principali, Aria, Acqua, Fuoco e Terra, fossero composti da una
quinta essenza: l’etere, un elemento privo di massa, invisibile, incorruttibile e immu-

tabile.

L’etere quindi si contrapponeva agli elementi terrestri, soggetti ad usura e muta-
mento.

Questo sistema fu riconosciuto come l’unico possibile, fino al tempo di Copernico

(1500 d.C.).

Aristotele, non si accontentava di una dimostrazione metafisica della sfericità della
Terra, ma presentò una serie di osservazioni che confermavano tale assunzione,

come ad esempio: che quando avveniva un’eclissi, sulla luna si osservava un arco di
circonferenza e non una linea retta.

***

Approfondimento: Il modello Cosmologico di Aristotele era un modello di tipo geo-
centrico e geostatico. Egli immaginava la Terra immobile al centro dell’Universo e i
corpi celesti fissati su una successione di sfere concentriche trasparenti, annidate

l’una nell’altra, ognuna delle quali ruotava di moto uniforme attorno ad un asse pas-
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sante per il centro della terra (sistema delle sfere concentriche od omocentriche ).

102 Il modello a sfere omocentriche di Eudosso di Cnido, adottato e promosso da Aristotele, descriveva il moto dei
pianeti in modo grossolano. Non poteva spiegare le variazioni di luminosità dei pianeti, causate in realtà dalla loro
distanza variabile dalla Terra, e soprattutto non dava ragione del loro misterioso moto retrogrado apparente.
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