Page 121 - La Storia delle Scienze
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Nel Nord Europa, invece, a causa dell’indebolimento della potenza del clero ad opera
              della nascita delle chiese riformate, la bellezza del messaggio di Copernico, Keplero
              e Galileo trovò un terreno fertile per svilupparsi.

              Fu un grande fautore dell’idea che siccome i movimenti nel cielo seguono leggi ma-

              tematiche precise, e siccome la Terra è un pianeta come gli altri, facente anch’essa
              parte del cielo, allora anche sulla Terra devono esistere leggi matematiche precise
              che governavano il moto degli oggetti.


              Galileo decise, quindi, di studiare il movimento dei corpi sulla Terra quando questi
              vengono lasciati liberi, cioè quando cadono.

              In questo modo, per la prima volta nella storia dell’umanità, Galileo eseguì un espe-

              rimento, dando così vita alla “scienza sperimentale”.

              L’esperimento è semplice: lascia cadere dei corpi cercando di misurare con preci-
              sione a quale velocità essi cadano.


              Il risultato fu clamoroso: i corpi non cadevano a velocità costante, come si era sem-
              pre pensato, ma bensì era la velocità ad aumentare in modo regolare nel corso della
              caduta.


              Scoprì, quindi, che ad essere costante non era la velocità di caduta, ma bensì l’acce-
              lerazione.

              Non solo, ma questa accelerazione era identica per tutti i corpi.

              Galileo la volle misurare e trovò un valore che è valido ancora oggi, 9,8 metri al se-

              condo al secondo, vale a dire che ogni secondo, la velocità di un corpo che cade
              aumenta di 9,8 metri al secondo.

              Questa fu la prima “legge matematica” scoperta per i corpi terrestri.


              Si capì quindi che le leggi matematiche non erano valide solo per il cielo, ma anche
              per la Terra.

              Nota: Galileo e Keplero erano entrambi convinti che il linguaggio della Natura fosse

              la matematica.

              Toccò ad un Inglese, Isaac Newton (1642 - 1727), nato nello stesso anno in cui moriva

              Galileo, spiegare, in termini scientifici, le cause dei moti dei pianeti attorno al Sole
              (leggi di Keplero), dando vita all’astronomia moderna.

              Fu lui infatti il primo a convertire le precedenti “pittoresche” descrizioni del moto, in
              una  precisa  “descrizione  matematica”,  in  grado  di  predire  e  prevedere  l’esatta

              posizione di ogni corpo celeste, allora conosciuto.


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