Page 271 - Storia del Pensiero Matematico e suoi Aneddoti
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La Matematica Moderna                                                 259





            La matematica moderna è molto vasta e richiede agli scienziati molti anni di lavoro, per
            poter giungere a risultati eccellenti, quindi parlarne esula dallo scopo di questo libro.


            È nel ‘500 che vengono buttate le basi dello sviluppo della matematica moderna, grazie

            all’introduzione, nell’algebra dei “simboli” e all’enunciazione dei metodi generali per la
            risoluzione delle equazioni algebriche.


            Poi nel ‘600, grazie ai grandi protagonisti della rivoluzione scientifica, si ebbe la seconda

            fase storica del rapporto tra matematica e natura, che ha al suo fulcro nello sviluppo del
            calcolo infinitesimale, dando vita al pensiero di poter ottenere le “leggi matematiche

            che governano ogni fenomeno naturale”.

            Si  incominciò,  quindi,  a  pensare  alla  matematica,  non  solo  per  effettuare  calcoli  e

            risolvere problemi, ma soprattutto come lo strumento fondamentale per la conoscenza

            e il dominio della natura.


            Mentre nel mondo medievale esisteva ancora una netta distinzione tra la perfezione del
            mondo dei corpi celesti e l’imperfezione del mondo terrestre, nel ‘500 cominciò a farsi

            strada  l’esigenza  di  comprendere  razionalmente  come  si  comportava  la  natura,
            abbattendo  definitivamente  la  barriera  che  separava  il  mondo  terrestre  dal  mondo

            celeste.


            Nonostante il Medio Evo fosse stato epoca di grandi invenzioni, queste erano viste non
            come nuove conoscenze, ma solo come un modo di ingannare la Natura, carpendole i

            suoi segreti.

            Molto spesso le nuove scoperte erano viste come “magia” e non come scienza.


            È  proprio  in  questo  contesto,  che  lo  studio  della  matematica  si  inizia  ad  affermare

            sempre più come lo strumento unificatore tra scoperte e matematica, come ad esempio
            fece la scoperta dei logaritmi, utilizzati per descrivere meglio i fenomeni astronomici.


            Il matematico del ‘500 non è ancora uno scienziato, come l’intendiamo noi, ma è spesso

            dedito alle attività artigiane.


            Poi nel ‘600 si iniziò ad affermare l’idea secondo la quale non bastava più carpire i segreti
            della natura, ma bisognava anche scoprirne il suo funzionamento.
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