Page 92 - Storia del Pensiero Matematico e suoi Aneddoti
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La scuola Eleatica
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I primi artefici di questo processo furono i rappresentanti
della “scuola eleatica 100 “ fondata da Parmenide (544 –
450 a.C.).
Secondo gli eleatici l’Universo era un tutto pieno
impenetrabile dove era impossibile ogni movimento e
quindi non potevano avvenire cambiamenti.
Questa concezione imponeva l’impossibilità di dividere la
materia. Si trattava perciò di uno spazio pieno, ovunque,
di materia.
PARMENIDE
A differenza dello spazio dei pitagorici che era uno spazio infinito pieno di quantità
discrete, le “monadi”, quello degli eleatici era finito e circoscritto da una sfera, dove la
materia permeava dappertutto in egual misura, senza possibilità di ulteriori divisioni.
Secondo questo pensiero, tutti i mutamenti che si osservavano nel mondo erano pure
illusioni prive di realtà, dovute all’inganno dei nostri sensi.
Tra i tanti contributi dati da Aristotele alla matematica, alla fisica e alla filosofia, troviamo
sicuramente l’interesse per il concetto di infinito e alla sua distinzione tra infinito
potenziale e una collezione infinita di elementi.
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Nelle civiltà precedenti il concetto di infinito non era mai emerso: quando si usava la
parola infinito, si intendeva una collezione di elementi troppo grande per essere contata
o contenuta.
I greci invece, furono i primi ad interessarsi a questo concetto, specie in relazione alla
struttura fisica del mondo e alla sua età.
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A sostegno di queste asserzioni, un allievo di Parmenide, Zenone di Elea (489 – 431
a.C.) alludeva all’infinito nei suoi paradossi.
Egli scrisse 4 paradossi: chiedendosi per prima cosa, il significato di “punto”, perché
secondo i pitagorici aveva una dimensione, la monade.
100 La scuola eleatica prese il suo nome da Elea, città greca sulle coste del Cilento, patria dei suoi più importanti esponenti:
Parmenide e Zenone.
101 Un filosofo greco antico presocratico della Magna Grecia e un membro della Scuola eleatica fondata da Parmenide.
Aristotele lo definì l’inventore della dialettica. È conosciuto soprattutto per i suoi paradossi.