Page 57 - Storia del Pensiero Matematico e suoi Aneddoti
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La Matematica Cinese 45
La storia cinese è stata caratterizzata da una serie di successioni di famiglie regnanti
(“Dinastie”), ognuna delle quali si premurava subito di cancellare ogni prova
dell’esistenza della precedente, e a causa di questo motivo, molte opere e vari strumenti
matematici sono andati perduti.
I fatti dell’antica storia cinese sono stati scoperti grazie al ritrovamento di alcuni testi,
come lo Shiji (Memorie storiche del 110 a.C.) di Sima Qian, scriba della dinastia Han, e gli
Annali di bambú, una cronaca storica scritta su strisce di bambù, sepolta nella tomba del
re Xiang di Wei nel 296 a. C. e ritrovata nel 281 d. C.
Secondo queste fonti la civiltà cinese iniziò nel III millennio a.C. con la dinastia Xia,
mentre i primi documenti scritti iniziarono solo durante la dinastia Shang (1600 – 1046
a.C).
Nell’antica Cina i numeri esercitavano un fascino molto diffuso, tanto che era molto
diffuso un gioco molto simile al nostro “sudoku”, chiamato il gioco del “quadrato
magico” (Lo Shu).
La leggenda narra che nel 2.800 a.C. circa, ai tempi della dinastia Shang, ci fu una grande
inondazione del fiume Lo, un affluente del fiume Giallo.
Allora la popolazione locale iniziò ad offrire dei sacrifici al dio del fiume. Ogni volta che
veniva effettuato un sacrificio, dall’acqua del fiume appariva una tartaruga, che passava
con noncuranza vicino al sacrificio.
La popolazione considerava la tartaruga un segno del dio che continuava a rifiutare i
sacrifici offerti.
Un giorno un bambino notò che sul guscio della tartaruga vi era raffigurato un quadrato
suddiviso in caselle, contenenti i primi nove numeri sistemati in tre righe e tre colonne.
Lo stesso bambino osservò anche che i numeri distribuiti nelle righe, nelle colonne e
nelle due diagonali, se sommati tra loro, davano tutti come risultato, il numero 15. Fu
così che la popolazione capì che quello era il numero di sacrifici da raggiungere per
placare il dio del fiume.