Page 106 - Storia del Pensiero Matematico e suoi Aneddoti
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Approfondimento: Nell’antica Grecia, il Dio Apollo era considerato il protettore della 94
musica e della medicina e queste due scienze erano fortemente collegate, tanto che
esistevano dei templi che utilizzavano la musica per curare le persone malate,
armonizzandone il corpo e lo spirito.
Platone ed Eudosso
Platone (428 - 347 a.C.), il cui nome è legato soprattutto alla storia
della filosofia, come abbiamo visto in precedenza, ma pochi
sanno che è stato importante anche per la matematica, non tanto
per i suoi contributi specifici quanto per aver favorito la
riflessione sui processi matematici, sulla dimostrazione, e per
aver assegnato alla matematica un posto centrale fra le scienze.
Studente della scuola di Platone e allievo di Archita, poi fondatore
di una propria scuola, fu Eudosso di Cnido (408 - 355 a.C.), il più
grande matematico del IV secolo, al quale sono stati attribuiti
risultati di grande importanza, fondamentali per il costituirsi della
matematica come scienza.
Nessun suo scritto è giunto fino a noi, ma a Eudosso viene
attribuita la soluzione di un gran numero di difficili problemi
matematici, come la dimostrazione che il volume di un cono è un EUDOSSO
terzo del volume del cilindro con la medesima base e la medesima altezza.
Il suo massimo contributo alla matematica fu l’introduzione di uno stile rigoroso, in cui i
teoremi vengono dedotti da assiomi enunciati con chiarezza. È questo lo stile che
troviamo più tardi negli scritti di Euclide.
Nota: Molti dei particolari degli Elementi di Euclide sono stati attribuiti a Eudosso.
Quando i seguaci di Pitagora effettuarono la famosa scoperta che la diagonale di un
quadrato di lato unitario non avesse una unità di misura comune con i lati del quadrato,
cioè in parole povere che la radice quadrata di due non possa essere espressa come
rapporto di due numeri interi, fece nascere moltissimi dubbi sulla validità delle loro
teorie.
Gli antichi matematici greci, infatti non utilizzavano incognite ed equazioni come siamo
abituati a fare oggi, ma utilizzavano il “metodo delle proporzioni” per esprimere le
relazioni tra le varie quantità.