Page 204 - La Fisica nella Storia
P. 204

Bisognava in qualche modo compensare la trasformazione spaziale con una temporale.


       Questo problema, però, non si presentava sempre, perché bastava che il sistema osservato
       stesse fermo affinché tutto tornasse a funzionare.

       Si scoprì poi che le leggi di Newton valgono in tutti i sistemi inerziali, cioè in quelli fermi o in

       moto rettilineo uniforme.

                                                                                            117
       Viceversa, le equazioni di Maxwell mutavano anche da un sistema inerziale  all’altro.
       Il moto è sempre relativo, nulla è mai «fermo» in senso assoluto.


       Mentre  nella  meccanica  newtoniana  tutti  i  sistemi  inerziali  sono  “a  riposo”,  nella  teoria  di
       Maxwell questo non è affatto vero.

       Pensando la questione in termini di simmetria, si chiariscono molte cose.

       Cambiare sistema di riferimento è un’operazione nello spazio e nel tempo.


       I sistemi inerziali sono simmetrici per traslazioni, quindi affermare che le leggi di Newton non
       cambiano è equivalente a dire che sono simmetriche per l’azione di una traslazione a velocità
       costante, mentre per qualche misterioso motivo, le leggi di Maxwell non possiedono questa

       proprietà.

       Einstein, fu il primo a capire che le simmetrie delle equazioni di Maxwell, erano mischiate nello
       spazio e nel tempo, per cui il moto uniforme rispetto all’etere, che esista o meno, non può
       essere osservato.


       Stranamente le teorie di Einstein presero il nome di “relatività”, nonostante il punto centrale
       delle idee di Einstein fosse proprio l’esistenza di fenomeni non relativi, la velocità della luce, e
       lo stesso Einstein avrebbe voluto chiamarla “Invarianten theorie”, cioè l’esatto opposto.


       Poi, siccome il nome più comune cominciò a circolare, e c’era già una branca della matematica
       chiamata “teoria degli invarianti”, si sarebbe potuta creare un po’ di confusione.

       Però rimane strano il fatto di parlare di relatività per una teoria che predice l’assolutezza.


       Un osservatore fermo in un campo e uno seduto su un treno in corsa, se richiesti di misurare la
       velocità di un fascio luminoso che passa lì accanto, trovano entrambi lo stesso valore.

       A prima vista questa osservazione può sembrare assurda, Einstein spiegò, che per gli oggetti

       molto, molto veloci, le leggi della fisica non sono più quelle classiche, anzi, per la precisione: le
       leggi della fisica non sono quelle di Newton, che rimangono valide per velocità molto inferiori.







       117  È un sistema di riferimento in cui i corpi sono liberi (non soggetti a forze), a riposo o in moto rettilineo uniforme.
                                                           200
   199   200   201   202   203   204   205   206   207   208   209