Page 607 - Capire la Fisica
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Il Calore (2° Parte)



           Nei capitoli precedenti abbiamo potuto vedere che la luce è qualcosa di presente in un
           luogo, ma solo qualcosa che passa da quel luogo. Infatti se chiudessimo di giorno le

           finestre di casa, questa non rimarrebbe illuminata, ma tornerebbe nell’oscurità. Per
           vedere qualcosa è indispensabile che sia illuminata.

           La luce che era entrata dalla finestra viene in qualche modo assorbita dai corpi. È que-
           sto assorbimento a dar luogo al riscaldamento che osserviamo quando esponiamo un

           corpo alla luce.

           Dallo studio sul modo in cui si propaga la luce (ottica geometrica) potremo capire tante
           cose.


           Osservando la luce che entra dalla nostra finestra, osserviamo che si propaga in linea
           retta, ma se abbassassimo sempre più la serranda, fino a lasciare una piccola fenditura,
           vedremmo che la luce non passerebbe più come una linea retta, ma si comporterebbe

           come un’onda andando a formare un cono che si allarga sempre di più, fino a perdersi
           quando la distanza cresce. Al contrario, la luce di un laser, si propaga parallelamente a
           sé stessa e anche dopo aver percorso una distanza consistente, il fascio di luce appare

           comunque stretto e non a forma di cono.

           Rifrazione e riflessione sono due fenomeni che si possono attribuire ai fenomeni ondu-
           latori, e la luce si può rappresentare come un’onda che si propaga nella direzione dei

           raggi luminosi. Però, questi due fenomeni potrebbero essere attribuiti alla luce, anche
           se fosse composta di particelle. C’è però un fenomeno che si può spiegare solo attra-
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           verso le onde: la diffrazione .

           Per capire se la luce dà origine a fenomeni di diffrazione o meno è sufficiente inviare
           un fascio di luce su di un muro, interponendo uno schermo sul quale sono praticate
           piccole fessure. Se al di là dello schermo osservassimo le immagini delle aperture, allora
           potremmo concludere che la luce è formata di particelle; viceversa, se osservassimo

           luce in punti del muro non corrispondenti alle aperture presenti sullo schermo, do-
           vremmo concluderne che la luce ha “natura ondulatoria”. Affinché la diffrazione si ve-
           rifichi, però, l’ampiezza dell’apertura praticata sullo schermo deve essere sufficiente-

           mente piccola rispetto alla lunghezza d’onda. Se quindi non vedessimo diffrazione da
           onde luminose potrebbe semplicemente essere che la lunghezza d’onda della luce sia
           troppo piccola rispetto alle dimensioni delle fenditure.







           196  La diffrazione che consiste nella possibilità che hanno le onde di aggirare gli ostacoli grazie alla capacità di modificare
           la forma del fronte d’onda e la sua direzione di propagazione.
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